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GAZZETTA DELLO SPORT L’ora di Maldini: può tornare in Nazionale

Paolo Maldini
Paolo Maldini

(M. Cecchini/G. Elefante) Il Brasile è lontano, ma il futuro probabilmente lo è ancora di più. Il Consiglio Federale che andrà in scena oggi a Roma, in via Allegri, sembra delinearsi solo come una sorta di ponte levatoio che farà approdare il calcio italiano – raso al suolo dalla rapida eliminazione al Mondiale, le dimissioni del presidente Giancarlo Abete e quelle del c.t. Cesare Prandelli – verso terre nuove (si spera). Anche se non prima dell’assemblea federale fissata per l’11 agosto, al netto della risoluzione di tutti gli aspetti burocratici sul fronte Dilettanti.

Pre-riunione Il Consiglio è fissato per le 12, ma alle 10.30 Abete convocherà una pre-riunione aperta ai presidenti di tutte le componenti del calcio italiano: una specie di commissione, presieduta dal vicepresidente Albertini (dimissionario anche lui), chiamata a discutere della nomina del nuovo c.t. Al tavolo ci saranno anche Beretta (Serie A), Abodi (Serie B), Macalli (Lega Pro), Tavecchio (Dilettanti), Tonelli (Calcio a 5), Tommasi (Aic), Ulivieri (Allenatori) e Nicchi (Arbitri), ma la sensazione ormai assodata è che l’asse Tavecchio, Macalli, Ulivieri (e forse non solo loro) spingerà perché la designazione venga fatta dal nuovo presidente e quindi alla metà di agosto.

Tavecchio in pole Su questo fronte il candidato in pole position resta Carlo Tavecchio, in vantaggio su Albertini (ufficialmente non candidato). Con budget risicati, al momento ipotesi di manager esterni sembrano più difficili, così come la pista Pancalli (però molto stimato in ambienti Uefa), quella Rivera o quella di un eventuale commissariamento, visto che il nuovo sistema di elezione (senza più diritti di veto) consente la vittoria col semplice 51% dei voti (però al terzo scrutinio, le prime due sono a maggioranza qualificata).

Guidolin accelera Perciò, se Tavecchio ce la farà, la sua idea guida sarà chiara: no ad allenatori super-pagati, rifondare invece la «cantera» tecnica della Nazionale, con successioni quasi automatiche in stile Bearzot- Vicini. E in questo senso il presidente della Lega Dilettanti vorrebbe sulla panchina azzurra un tecnico esperto (prima avrebbe scelto Alberto Zaccheroni, adesso sembra privilegiato Francesco Guidolin) che faccia da tutor a un volto «fresco» come Antonio Cabrini o – new entry – Paolo Maldini. In ogni caso, però, Maldini – che prima di rientrare nel calcio voleva attendere di essere assolto da un’accusa di corruzione contestatagli nel 2010, cosa avvenuta la scorsa settimana – sarà coinvolto in qualche ruolo, magari come nuovo capo delegazione della Nazionale al posto del dimissionario Albertini, anche se il candidato dell’Aic sarebbe Simone Perrotta.

Sponsor & Big La corsa per il c.t. resta aperta, visto che le due leghe principali, benedette in questo senso anche da Albertini, opterebbero più su una soluzione forte, che non dispiacerebbe per motivi d’immagine anche agli sponsor della Nazionale. E allora restano in corsa sia Allegri che Mancini (stimato da Malagò, numero uno Coni), entrambi consci di dover rinunciare agli ingaggi elevatissimi cui sono abituati (soprattutto l’ex tecnico del City) per accettare la cifra oscillante fra 1,2 e 1,7 milioni che la Figc è in grado di offrire. La sfida però è così affascinante che il sacrificio non sarebbe così grande per nessuno dei due.

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