(C. Zucchelli) La delusione mondiale è già alle spalle. Dal mare di Formentera, dove sta trascorrendo le vacanze con la fidanzata e l’amico Luca Marrone, fino a quello di San Benedetto del Tronto, dove è tutto pronto per le nozze del primo settembre, Mattia Destro scruta l’orizzonte e vede, cosa mai accaduta in carriera, la Champions League.
Prima preparazione Per la prima volta da quando è romanista, Destro potrà fare tutta la preparazione con i compagni: nel 2012 arrivò ad agosto, la scorsa stagione passava da uno studio medico all’altro per capire come guarire dai guai al ginocchio, quest’anno sarà regolarmente a Trigoria il 15 luglio. Dovrà dimostrare che, oltre al feeling con la porta (c’è sempre stato, alla sua età Totti, Del Piero, Montella, Inzaghi, Vialli e Signori non avevano segnato tanto), ha la personalità per essere la punta centrale di un club che punta allo scudetto e sogna di ripetere il miracolo Atletico in Champions.
Fiducia Rizzitelli Niente più cartellini inutili, come quelli presi dopo essersi tolto la maglia in occasione di un gol, nessuna ingenuità, sicurezza nei propri mezzi. La Roma glielo chiede, Ruggiero Rizzitelli è convinto che risponderà presente: «A Destro, vedendo il rapporto tra gol e minuti giocati, non si può dire niente. È giovane e può essere un attaccante da 20 gol a stagione. Però… ». Però la mancata esperienza internazionale potrebbe essere un problema. «Per la Champions un profilo più maturo – ha detto ancora Rizzitelli – potrebbe servire. Anzi, serve e basta. In certe competizioni diventa indispensabile».
Incedibile Indispensabile, in teoria, è anche lui per la Roma. In pratica, invece, è come tutti i giallorossi escluso Totti: incedibile, ma fino a prova contraria. Il Wolfsburg, si dice, sarebbe pronto ad offrire quasi 30 milioni alla Roma e 3 all’anno al giocatore. Se i numeri fossero questi Sabatini ci penserebbe eccome, ma sarebbe Destro a dire di no. Vanno bene i soldi, ma a 23 anni per lasciare l’Italia ci vuole qualcosa di più rispetto all’offerta, pur sostanziosa, di un club di medio livello tedesco. «E non vedo perché dovrebbe andar via – ha detto Abel Balbo –. Qui può crescere. Non c’è un solo motivo per pensare che non sia adatto alla Champions. Non è ancora un campione? Forse, ma ha tutto per diventarlo».