(M. Cecchini) C’è un’America che l’attende la prossima settimana, ma sarà quella dell’emisfero settentrionale, che vede ancora il calcio come uno sport di contorno. Il Brasile, per Francesco Totti, sarà solo il rumore di fondo delle sue vacanze con famiglia negli States, però la sua icona è ancora troppo grande per essere trascurata dai media internazionali e così alla Cnn ha raccontato coriandoli di ciò che il Mondiale gli fa affiorare nella memoria.
STELLA ZIDANE «La partita più difficile che ho mai giocato in un Mondiale è stata la finale del 2006 contro la Francia a Berlino. Fu una gara complicata, tattica, ma alla fine è stata anche la più bella, la più sentita. D’altronde non capita spesso di giocare una finale di Coppa del Mondo… Perderla sarebbe stato un trauma. La pressione psicologica era forte». Senza contare che dall’altra parte della barricata c’era un giocatore simbolo anche per uno come Totti. «Zidane è stato il calciatore più forte contro cui ho giocato in una Coppa del Mondo. È stato un talento universale che ha fatto la storia del calcio. Era estroso e nello stesso tempo a disposizione di tutti. E non lo dico perché aveva un ruolo simile al mio. Anzi, fare confronti con un giocatore così non è semplice, ma anche lui ha sempre fatto il proprio dovere: gol, assist, giocate».
ITALIA DA TITOLO Insomma, uno che Totti o Zidane occorrerebbe anche a questa Italia. Ma il capitano della Roma resta ottimista. «Credo che l’Italia abbia chance di vincere in Brasile. Certo, ci sono squadre molto forti, ma l’Italia arriva spesso tra le prime quattro e quindi possiamo sperare. La nostra Nazionale è sempre tosta da battere, perché alla fine è la mentalità di ogni giocatore che può fare la differenza. La cosa principale è formare un gruppo, solido e unito, che dia tutto».
INCUBO MORENO Facile accostare Totti alle notti di Berlino, ma la sua storia mondiale racconta anche altro. «Nel 2006 non vissi giorni tristi. Quelli ci furono nel 2002, quando perdemmo con la Corea del Sud. Tutto il mondo vide che cosa era successo, l’arbitro Moreno condizionò fortemente il risultato di quella partita. Mi sono sentito male: non mi diede un rigore a favore e mi espulse persino. Fu un enorme dispiacere». .
ORGOGLIO ITALIA Per fortuna, però, tutto fu compensato dal trionfo in Germania. «Sarà banale come risposta — conclude Totti —, però il momento più emozionante in azzurro l’ho vissuto a Berlino. Per fortuna ho fatto parte di quel gruppo. Giocando per l’Italia provi tante cose belle, tante sensazioni positive. Sai di affrontare squadre molto forti e devi fare bella figura. Giochi per te stesso, ma soprattutto per la Nazione. L’obiettivo è portare in alto i colori dell’Italia e quando ci si riesce è tutto bello. Vincere un Mondiale, per me, è stato davvero un sogno realizzato».Capitan Buffon e i suoi fratelli d’Italia prendano nota: il paradiso non è poi così lontano.