(C. Zucchelli) Immaginarlo triste, con quella corsa da gazzella, il sorriso sempre in volto e le treccine al vento, non è impresa facile. Eppure, dopo che il suo amico Torosidis gli ha sfilato il pass per gli ottavi del Mondiale, Gervinho aveva l’umore dei giorni peggiori. Lui, stella della Costa D’Avorio con due gol (di cui uno spettacolare contro la Colombia) e due assist, leader della squadra insieme a Yaya Touré e al posto di uno spento Drogba, passato in 12 mesi dalla panchina con l’Arsenal alla ribalta brasiliana, era davvero convinto che non fosse ancora tempo di vacanze: «Abbiamo fatto troppi errori, la colpa di questa eliminazione è soltanto nostra». Impossibile nascondere la delusione: «Sono veramente triste, lo devo ammettere».
Con Garcia A restituirgli il sorriso, tra un mese, ci penserà ancora la Roma. D’altronde, Garcia è una garanzia. Lo era un anno fa, quando il tecnico lo ha chiesto e ottenuto, e lo è ancor di più adesso, dopo la stagione che ha fatto. Per acquistarlo la Roma ha speso 8 milioni (più 1,75 di bonus già girati all’Arsenal), adesso il suo valore è quantomeno raddoppiato, grazie ai 12 gol e allo stesso numero di assist realizzati tra campionato e Coppa Italia. «Ritenevo — scrive Garcia nel suo libro — che con Gervinho la squadra fosse sufficientemente armata per partire in battaglia. Per questo ho insistito tanto per averlo». Vincendo le diffidenze di tutti.
Il contratto Adesso la sfida si deve ripetere, anche se in maniera minore. Perché mentre l’ivoriano si organizza per le vacanze al mare con moglie e figlie, il suo procuratore — Pascal Boisseau, lo stesso di Garcia — prova a superare altre diffidenze, quelle dei dirigenti che non sono tanto propensi (per usare un eufemismo) a riconoscergli l’aumento di contratto chiesto già a maggio. Gervinho guadagna 1,7 milioni più premi, lui vorrebbe arrivare almeno a 2,2 netti, cosa che alla Roma, alle prese con un monte ingaggi tra i più alti della Serie A, poco piace.
Come Neymar Se ne riparlerà a settembre, magari col sorriso tornato sul suo volto: passata la delusione per l’eliminazione, resteranno i dolci ricordi. I tifosi brasiliani lo hanno riempito di complimenti paragonandolo addirittura a Neymar, quelli della Roma hanno tifato a migliaia di chilometri di distanza, la Federazione ivoriana ha comunque garantito a lui e ai compagni un bonus di 50 mila dollari a prescindere dalla qualificazione agli ottavi.
Dodici mesi dopo Glielo avessero detto un anno fa, quando scaldava le pur comode e bellissime panchine dell’Emirates Stadium di Londra e di notte sognava ancora quel rigore sbagliato che consegnò allo Zambia la Coppa d’Africa, non ci avrebbe mai creduto. Non sorrideva più, Gervinho. Poi ha ritrovato Garcia. E ha ricominciato a correre, fino al Brasile. Se n’è accorto persino Drogba, costretto a cedere lo scettro.