(V.Clari) – L’effetto è piuttosto straniante: da una parte una trattativa di calciomercato, con una supposta offerta della Roma. Dall’altra una foto con giubbotto antiproiettile, in mezzo ai soldati, in guerra. In Iraq. Al centro delle due storie, che paiono lontanissime, c’è Ali Adnan, terzino sinistro del Rizespor, squadra turca, e stella dell’Iraq Under 20, che la scorsa estate sorprese il mondo arrivando fino alle semifinali. Ali finito il campionato non è volato a Miami, per il classico “riposo” dei calciatori. Ma, è notizia di oggi (riportata da due diverse agenzie di stampa e rimbalzata in Italia grazie a calcioturco.com), è tornato in patria, in Iraq, per difendere il Paese con l’esercito regolare contro l’avanzata dei miliziani dell’Isis.
GAZZETTA.IT Ali Adnan, dal passaggio alla Roma alla guerra in Iraq
ARRUOLATO — Insomma, Adnan avrebbe deciso di arruolarsi per collaborare al tentativo di resistenza all’avanzata degli jihadisti, che hanno ormai il controllo nella zona nord del Paese. Adnan è un personaggio, in Iraq (è nel giro della nazionale maggiore): il suo arrivo non è passato inosservato e i vertici militari si sono prodigati a scattare foto con lui. Così, il primo scatto non è rimasto isolato, e sono arrivate conferme sul fatto che il ragazzo, nato nel 1993 a Baghad e figlio di un calciatore, faccia sul serio, e voglia davvero combattere. Non è lì per una comparsata.
FUTURO A ROMA? — Difficile conciliare questo presente “di guerra” con il passato recente da calciatore e un futuro che poteva (o potrebbe) anche diventare italiano. Nei giorni scorsi, infatti, la Roma aveva fatto un sondaggio per questo terzino sinistro che è stato fra i più efficaci del campionato turco (31 presenze, 3 gol, 9 assist con il Rizespor), nella sua prima stagione all’estero. Proprio in Turchia si era rivelato: nell’Iraq Under 20 che arrivò alle semifinali lui era la vera e propria stella, nonché l’incaricato di calciare ogni punizione e rigore (il suo tiro da fermo è potente e preciso). Al momento non è chiaro quanto Adnan voglia “trattenersi” in Iraq: di sicuro la situazione è pericolosa e calda. Non è il primo calciatore che abbandona il pallone per il fucile: lo scorso novembre fece scalpore la morte in Siria di Burak Karan, passato dalle giovanili della nazionale tedesca alla guerra in Siria. Burak, jihadista, sarebbe stato sul fronte opposto rispetto ad Adnan, ma aveva trovato presto una tragica fine al fronte.