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IL FATTO QUOTIDIANO Allegri ct? Tanto vale Fassino

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

(A. Scanzi) – È DIFFICILE individuare oggi un allenatore in grado di fare peggio di Prandelli in Brasile, però forse la Federazione è riuscita a trovarlo: Allegri. I nomi di questi giorni sono tutti più o meno auspicabili, in particolare Spalletti, Mancini e Guidolin (Cabrini un po’ meno). Uno dei più papabili è però Allegri, e davvero non se ne capisce il motivo, a meno che aver vinto uno scudetto per mancanza di avversari e averne perso un altro da strafavoriti (complice il gol negato a Muntari) siano requisiti sufficienti. Allegri è ricordato dai milanisti, e non solo da loro, per non avere mai dato uno straccio di gioco ai rossoneri e per avere regalato Pirlo alla Juventus. Livornese atipico, 47 anni, da calciatore era assai indisciplinato. Dribblatore in campo e all’altare, scampò al matrimonio un attimo prima di celebrarlo. In panchina pare l’opposto: piangina con arbitri e giornalisti, yesman zelantissimo coi Presidenti perfino sulle pettinature da sfoggiare (“Allegri dovrebbe tagliarsi i capelli”, ordinò Silvio. E Max obbedì)

SCRIVEVA ieri Giancarlo Dotto su Dagospia: “Il nome di Allegri è malinconia pura. (…) Ci stiamo consegnando all’uomo che passerà alla storia per aver consegnato Pirlo alla Juventus, con la scusa che era al capolinea. Uno che di carismatico ha solo il volto. Purché non parli e non rida”. Ilare più che altro nel cognome, Allegri ha le sembianze di un Fassino allenatore, che predica un gioco vieppiù elementare: “Passala a Ibrahimovic, che poi ci pensa lui”. Come Pelé in Fuga per la vittoria. Solo che l’Italia non ha Pelé né Ibrahimovic, e consegnare la Nazionale a lui per rilanciarsi sarebbe quasi come regalare il paese ad Alfano per uscire dalla crisi.

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