(U. Trani) Prandelli mostra l’Italia al pianeta. Come se non avesse più niente da nascondere. Mai dire mai, però. Perché almeno un dubbio, Verratti o Cassano, se lo porta ancora dietro. Il primo allenamento della giornata è aperto ai media. Non per 60 minuti, come accade ogni mattina al centro sportivo di Portobello. Visione completa, dal torello di gruppo alle punizioni di Balotelli, Pirlo, Insigne e Cerci che si sfogano davanti a Perin. Proprio il ventunenne del Psg è la buona notizia della giornata: dopo tre giorni di riposo forzato per la febbre, torna a lavorare con i compagni. E si candida per giocare la gara d’esordio contro l’Inghilterra: sta bene e sabato a Manaus può partire titolare. Con Pirlo e De Rossi, nel 4-1-4-1 camaleontico con tre registi a comandare dietro la punta centrale che non sarà mai sola per la partecipazione dei terzini che avanzano sulla linea dei centrocampisti (e anche oltre) e gli esterni che si stringono quasi da trequartisti. Il ct insiste sulla variante tattica che permette alla nazionale, in fase offensiva, di passare al 3-4-2-1. Tutto, insomma, sembrerebbe scontato se tra i 23 non si fosse materializzato, sul finire della stagione, Cassano. E’ lui la mossa dell’ultim’ora. Per sorprendere Hodgson. Dall’inizio o in corsa, sarà deciso tra oggi e domani.
ESPERIENZA VS ESUBERANZA
Totò sfida proprio Marco, il senatore contro il pischello. Ma la presenza di Cassano, più che l’età, chiama in causa la tattica. L’Inghilterra e compatta e ordinata nel suo 4-2-3-1. L’ingresso del barese, piazzato a disturbare tra le linee nel 4-1-3-1-1, avrebbe l’effetto della dinamite: secondo Prandelli salterebbero gli equilibri di Hodgson. Mentre con Verratti punterebbe soprattutto sul possesso palla e ovviamente sull’organizzazione. Così, ieri mattina, è stato provato dietro a Balotelli e contro la difesa titolare, quella con Darmian, Barzagli, Chiellini e De Sciglio. «Bravo Antonio». Buffon si complimenta al primo movimento. «Bravo Antonio» il capitano si ripete dopo meno di un minuto. Urlando a squarciagola, per dare più forza all’azione di Totò. Che adesso non è più seduto a tavola con gli altri giocatori del Parma, con Paletta, Mirante e Parolo. Ora sta vicino ai big, accanto proprio a Gigi, uno che sa farlo stare al suo posto quando esagera.
UNDER 21 IN CORSA
Nella formazione titolare, inizialmente, Insigne è a sinistra nella posizione assegnata a Marchisio (dall’altra parte sempre Candreva), e Immobile gioca da centravanti, ruolo di competenza di Balotelli. Sono gli innesti preparati per cambiare il sistema di gioco durante il match: 4-3-2-1 (o 3-4-2-1). Prandelli, permettendo di assistere per intero alla partitella, si è divertito a mostrare le varie soluzioni, con il ripasso dello storico 4-4-2. Solo nella terza formazione utilizzata ha riunito gli undici azzurri che hanno più chance di cominciare il mondiale. Fuori Cassano e gli emergenti Immobile e Insigne. Con Verratti, dunque, titolare e Balotelli unica punta. Domani Mirante e Ranocchia non voleranno in Amazzonia e si fermeranno a Rio de Janeiro: Prandelli, in caso di infortunio, può sostituire uno dei 23 fino alla mezzanotte del 13 giugno. Se tutto andrà bene, portiere e difensore rientreranno sabato in Italia.
CERCI ANTI JUVENTINO
Sale la tensione tra gli azzurri: non c’è da stupirsi, l’Inghilterrra è vicina. E primi screzi in campo che spesso sono apprezzati dagli allenatori, felici di vedere impegno e combattività in allenamento. Nella seduta del mattino qualche scintilla c’è stata e le telecamere hanno inquadrato i due differenti episodi durante la partitella. Con Cerci sempre al centro del ring. Prima si spintona e si manda a quel paese con Marchisio a centrocampo. E si ripete quando Chiellini, pure lui bianconero, lo anticipa e lui non si ferma. Scontro duro e altre parole pesanti. Del difensore, colpito alla schiena.
ORDINE PUBBLICO
Sale la preoccupazione per la presenza dei tifosi inglesi a Manaus. Ancora non è quantificabile il numero (dagli 8.000 ai 10.000) e anche questo può diventare un problema. La gara con l’Italia, a sentire gli organizzatori del mondiale, non è da considerare ad rischio, anche per l’assicurazione avuta da Scotland Yard che nega la presenza di hooligans. Ma la capitale dell’Amazzonia, non avendo mai ospitato eventi sportivi di primo piano, sembra poco preparata. Si temono attentati e anche il connubio tra narcotrafficanti e gli oppositori del Governo (e della Fifa), con le caratteristiche del territorio (Foresta Amazzonica) non agevolano i controlli. Che, intanto, sono stati intensificati a Mangaratiba e Porto Real, con posti di blocco bonifiche anti terrorismo. Nel ritiro di Portobello sono 30 i poliziotti brasiliani e 15 gli uomini della sicurezza a proteggere gli azzurri.