(D. Giannini) Sta per tornare, più forte, più veloce, migliore, ancora più duro. Lui è Kevin Strootman, lui è la roccia romanista, lui è la lavatrice che prende palloni sporchi e te li restituisce puliti, candidi, immacolati. Lui è la forza di volontà fatta giocatore di calcio. Lui è un fisico bestiale pronto riprendersi il tempo perduto. Dubbi sul fatto che tornerà quello di prima dell’infortunio non ce ne sono, è solo questione di attendere i tempi fisiologici di recupero dopo una rottura del legamento crociato. Nelle ore e nei giorni successivi al crac furono i romanisti a fargli forza, a dargli coraggio. Ora è lui a dare la carica, a galvanizzare, a far capire che la prossima stagione è già cominciata. L’ha fatto Kevin nel giorno dell’ottavo di finale dell’Olanda. Che doveva essere la sua Olanda e forse comunque lo è. Anche se il mondiale è costretto a guardarlo in tv. Non se l’è persa la partita con il Messico, come avrebbe potuto. Un paio di ore di relax per riprendere fiato dagli allenamenti. Perché Kevin non sta lasciando nulla al caso, non sta perdendo un attimo, sta lavorando come un matto per tornare presto, prestissimo.
E lo dimostra con una foto significativa pubblicata su Twitter con lui a torso nudo con sullo sfondo una splendida giornata di sole. E poi le parole: «Al lavoro con il mio fisioterapista Robin Massier prima di vedere Olanda-Messico”. Calzoncini corti e banda elastica legata ai quadricipiti per recuperare il miglior tono muscolare. Confortante, ma non è ancora niente. Perché, non contento, ha deciso di mettere su Instagram un breve video con le fasi del suo allenamento. Ed è quello che fa salire alle stelle la voglia di ogni romanista di vederlo indossare la maglia giallorossa. Esaltante vederlo potenziare il ginocchio sinistro operato, sul tappeto elastico, oppure caricando il peso, spingendo sul polpaccio, portando il ginocchio al petto. E poi c’è la musica di sottofondo, che non è casuale. Non può esserlo. “Stronger” di Kanye West. Più forte. Che poi è solo una parte. Perché Kanye West per questo pezzo di successo ha campionato un altro brano, dei Daft Punk dal titolo più lungo: “Harder, better, faster, stronger”. Più forte, più veloce, migliore, ancora più duro. In due sole parole Kevin Strootman. Che il dolore fortissimo di quel 9 marzo a Napoli, quando il suo legamento ha ceduto, se l’è messo subito alle spalle. Anche in quel primo mese di rieducazione che è il più delicato e anche il più doloroso. Quando si deve ridare mobilità all’articolazione, in cui bisogna tornare alla completa estensione prima di poter lavorare sulla muscolatura. Lui, un mese dopo era già carico:«Cercherò di rientrare prima possibile – aveva detto -. Intanto mi godo il sostegno della gente di Roma che è stata incredibile. Non me l’aspettavo. Non vedo l’ora di tornare per la Champions. Tornerò più forte e più maturo di prima».
Ora che i giorni trascorsi dall’operazione sono in tripla cifra, per l’esattezza 104, il traguardo è più vicino. Non meno di sei mesi lontano dal campo, si era detto da subito. Ovvero appuntamento ad ottobre. E’ fisiologico, non si può fare meno. Il dubbio semmai era sul tempo necessario per tornare al 100 %. Vedendo Strootman in allenamento viene da pensare che basterà poco. Perché lui è “stronger”.