(D. Galli) La Roma non replicherà. Non è suo stile, non è sua abitudine, è accaduto raramente nel corso di questi tre anni di proprietà a stelle e strisce. Però, certo, è complicato confinare nel recinto dello sfottò le parole di Claudio Lotito, il presidente di una squadra di Serie A e non di un club di amatori, il Moralizzatore che da dieci anni gestisce la Lazio e che ogni tanto, ma sempre più spesso, prende di mira con toni discutibili la Roma. L’ultima provocazione è di ieri. «Il gol di Klose contro il Ghana? Tutti dicevano che ho fatto male a rinnovargli il contratto, e invece avete visto quanto è forte. Lui non è in vendita, quello è uno sport che pratica la Roma. Klose ha agganciato Ronaldo nella classifica dei bomber più prolifici ai Mondiali, può diventare l’attaccante più prolifico di sempre. Mi auguro che finisca la carriera da noi, lui è inossidabile».
Alt. «Quello è uno sport che pratica la Roma»? Ha detto davvero così? Cioè, Lotito non cede mai qualche elemento prezioso, insostituibile, un titolare, un calciatore amato dalla tifoseria laziale? Uno alla Hernanes, per esempio, così, tanto per dire? No, lui Hernanes non l’ha mica venduto. E nemmeno Kolarov, perché evidentemente quello che gioca col Manchester City è un ologramma, il vero Kolarov calca ancora il prato di Formello e s’esalta, s’emoziona ogni volta al volo di Olympia. Idem il lazialissimo De Silvestri, idem Lichtsteiner e Pandev. Metaforicamente sono sempre tutti giocatori biancocelesti. Lui, Lotito, non li ha mai venduti o persi a zero – vedi alla voce Pandev – con la beffa del pagamento di un risarcimento danni e delle spese giudiziali.
Quello delle cessioni è uno sport giallorosso. Giusto. Lotito, anzi, è uno che acquista. Mica come la Roma che un anno fa ha comprato Strootman, Benatia, Gervinho, Ljajic e De Sanctis, che ha ingaggiato Maicon, che a gennaio si è rafforzata con Nainggolan e Bastos, che un mesetto fa ha fatto siglare un contrattone a Pjanic e che non ha alcuna intenzione di vendere i propri pezzi pregiati. No, Lotito acquista e basta, spende e spande. Spiccano nel recente passato alcuni incredibili colpi di mercato, come le operazioni che hanno portato in biancoceleste Honda e (soprattutto) Yilmaz, come pure Balzaretti e Destro, soffiati alla concorrenza romanista. La provocazione insistita fa parte del bagagliaio culturale del presidente forse meno amato della storia laziale. Tempo fa se ne uscì con un’altra battuta: «Finora la Roma ha sempre fatto il gioco delle bocce, di quelli che ci vanno sempre vicino». Questa segnatevela, magari potrebbe tornare utile in futuro. «He’s funny», è buffo, disse una volta Pallotta di Lotito, chiosando così sull’ennesimo sfottò del patron laziale. Lotito la prese male. «Non rispondo. Nel periodo del derby non dovrebbero essere fomentate certe polemiche». Ma sia chiaro, solo nel periodo del derby.