(D. Galli) – La trattativa non è fatta. E non è nemmeno in discesa. Tutt’altro. Ma la Roma non s’arrende, sta continuando a discutere col Fenerbahçe, che è un po’ il Barcellona di Turchia e come tale si comporta. Da loro si compra a peso d’oro. Ecco perché acquistare Salih Uçan non sarà cosa da poco. Pro e contro. Pro. L’età, la classe, la fisiognomica. Vent’anni, 183 centimetri, centrocampista offensivo, talento sbocciato, Uçan ha la faccia giusta, quella da mastino, perché anche questo conta. Piace da impazzire sia al ds Sabatini, sia al dg Baldissoni.
La Roma si sta confrontando col Fenerbahçe da settimane. I contro? Una serie di ostacoli. C’è un’asticella che il club turco non ci pensa proprio ad abbassare, e quindi un prezzo troppo alto in relazione all’età di Uçan. Tredici milioni è un’esagerazione per un ventenne. Poi c’è anche una questione di tranche, quelle del pagamento. Affare difficile, reso difficilissimo dalla smodata autostima del Fenerbahçe. Con il suo acquisto, e dopo l’ingaggio di Keita, la Roma potrebbe però concludere in bellezza l’opera di rafforzamento a centrocampo, settore nel quale può vantare De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Strootman, più Keita e Paredes, reduce dal prestito ponte al Chievo. Sei giocatori per tre posti. Troppi? Macché. La Roma dovrà disputare tre competizioni, o due e mezza visto che in Coppa Italia entrerà in gioco solo in un secondo momento. L’acquisto di Uçan rappresenterebbe la chiusura del cerchio.
Il centrocampista, da parte sua, è già entrato nell’ordine di idee di lasciare la Turchia. Basta rileggere (le dichiarazioni sono di qualche giorno fa e qualcosa era già rimbalzato sui media italiani) le parole di Durmus Uçan, a “Milliyet”, uno dei principali quotidiani turchi: «Se il suo futuro deve essere il calcio – avverte il papà di Salih – dobbiamo tenere in considerazione tutte le opzioni». Tutte le opzioni, e tra queste la cessione a un club italiano. La Roma, per esempio. «Se Salih deve andare all’estero penso che la cosa migliore sia farlo giocare per un anno nella “squadra riserve” (traduzione testuale, ma il senso è quello del prestito, non certo di un’esperienza in Primavera, ndr)».
E perché? Spiega il padre di Uçan, che in turco significa “che vola”: «Così può prendere confidenza e adattarsi al clima e al calcio del luogo. Non sappiamo se vogliono farlo giocare direttamente nella squadra (come titolare, ndr). Se pagano questa cifra a un giocatore che non è del loro club, avranno visto qualcosa in lui. Io non sono stato personalmente in società, di cui conosco solo il manager». Il manager. Dice proprio così. Per la cronaca, per ricordare, nell’articolo “Milliyet” cita più volte la Roma. Si parla solo della Roma, del «trasferimento alla Roma».
Prosegue il papà di Uçan: «Voglio che Salih impari due lingue straniere. Attualmente sta frequentando un corso di inglese. Se il suo futuro deve essere il calcio, dobbiamo tenere in considerazione tutte le opzioni. In caso di un trasferimento in un altro Paese, non deve provare disagio. Deve prepararsi a un’esperienza all’estero. Può succedere di tutto in qualsiasi momento». La Roma non si limita a sperarlo. La Roma tratta. La Roma lotta.