(V. Meta) – In Italia saranno da poco passate le 15 quando decollerà l’aereo con a bordo la Nazionale, destinazione la famigerata Manaus, nel cuore dell’Amazzonia. Una volta sbarcati, gli azzurri potranno finalmente provare sulla propria pelle (letteralmente) quanto la riproduzione di Coverciano si avvicini al reale clima della foresta pluviale e soprattutto quali condizioni dovranno aspettarsi all’Arena Amazonia, dove la rifinitura è in programma alle 19.30 locali, quando in Italia saranno quasi le 2 di notte. Chi a Manaus ci è già arrivata è l’Inghilterra, avversaria degli azzurri nella gara d’esordio di domani e partita con un giorno d’anticipo. L’impatto con l’Amazzionia non è stato esattamente esaltante, non solo per il clima (Roy Hodgson ha deciso di far allenare i suoi all’interno dell’hotel che ospita la squadra per risparmiare ai suoi il caldo asfissiante che c’è fuori), ma soprattutto per le condizioni del terreno di gioco: già ieri i quotidiani inglesi avevano lanciato l’allarme, pubblicando in prima pagina le foto del prato dell’Arena Amazonia, bruciato in più punti. Un avversario in più? Forse, ma varrà per entrambe le squadre. Ieri ultimi due allenamenti nel ritiro di Mangaratiba, dove nel frattempo un sole cocente ha preso il posto della pioggia torrenziale di due giorni fa. In quello della mattina, Prandelli si è concentrato sulla parte atletica, dividendo il gruppo in due. Si è rivisto Marco Verratti, che ha smaltito l’influenza e sarò a disposizione per il debutto. Salvo ripensamenti, il centrocampista del Psg dovrebbe partire dall’inizio al fianco di Pirlo, al centro di una foltissima mediana pensata per dare il massimo supporto possibile all’unica punta Balotelli, destinato a vincere il ballottaggio con Immobile. Mediana in cui non mancherà De Rossi, pronto ad arretrare sulla linea difensiva in caso di necessità. «Ma non è detto – dice Andrea Barzagli – Se non vengono a pressarci alto, non c’è motivo di sacrificare così Daniele».