(S. Pieretti) – Rimettere insieme i cocci, recuperare le energie, e provare a restare dentro al Mondiale. Mentre l’Italia critica e condanna l’operato di Prandelli, il ct si interroga sulla formazione che affronterà l’Uruguay nella sfida decisiva di martedì sera. Ieri è stata la giornata del confronto – occhi negli occhi – con i giocatori che ha scelto di portarsi in Brasile. Discorso diretto, gerarchie azzerate e minaccia di rivoluzione: nessuno ha il posto assicurato, giocherà chi è più motivato. «Nessuna paura, ma ora azzeriamo tutto – avrebbe detto il commissario tecnico ai suoi nello stanzone dello spogliatoio – voglio ciascuno di voi motivato al cento per cento, convinto di potercela fare e di dare fino all’ultima goccia di energia: per la prossima partita, tutto torna in discussione. Sceglierò la squadra in base ai test fisici, ma anche alle motivazioni».
Sullo schieramento una sola certezza: quella di non averne. A dir la verità, una certezza di formazione c’è, ed è negativa: Daniele De Rossi non ci sarà. Il centrocampista ha riportato una lesione muscolare al polpaccio sinistro. Il professor Castellacci nella serata di ieri ha illustrato la situazione clinica del centrocampista della Nazionale.«Qualcosina c’è – afferma il responsabile medico della nazionale italiana – abbiamo effettuato gli esami clinici ottenendo la conferma del problema di De Rossi. Daniele nella ripresa della partita contro la Costa Rica ha avvertito un risentimento al polpaccio sinistro, ha stretto i denti, è andato avanti fino alla fine della partita. La risonanza magnetica ha evidenziato un risentimento al soleo, con un versamento. La sua presenza contro l’Uruguay è altamente improbabile».
Il sostituto naturale del romanista sarebbe Thiago Motta, ma vista la prestazione fornita contro la Costa Rica c’è poco da stare sereni. Dopo neanche un tempo, il centrocampista del Psg era piegato su se stesso, con le mani sui fianchi e con la lingua di fuori. Fisicamente la sua condizione è molto approssimativa, ma la sua esperienza potrebbe essere utile nella battaglia che attende gli Azzurri. Fermo restando il modulo 4-1-4-1, Thiago Motta sembra il giocatore più indicato a giocare davanti alla difesa. Arretrare eccessivamente Andrea Pirlo sarebbe un suicidio tattico, e Marco Veratti – che dovrebbe tornare in campo dal primo minuto dopo il «riposo» deciso da Prandelli contro la Costa Rica – per caratteristiche non può giocare in quella zona di campo.
Ma in questo stato confusionale, il commissario tecnico italiano potrebbe anche valutare un radicale cambio di modulo, a meno di 48 ore dalla sfida decisiva. E a quel punto, le varianti potrebbero essere molteplici. Riportare la difesa a tre, con un reparto dal rendimento assai incerto, potrebbe essere controproducente, Darmian e De Sciglio in ogni modo potrebbero anche coprire le fasce, ma a quel punto servirebbe una seconda punta accanto a Mario Balotelli. Che non sarebbe Ciro Immobile, almeno ascoltando le precedenti dichiarazioni del commissario tecnico che valuta tale coppia unicamente come «scelta forzata».
Finora Cesare Prandelli ha utilizzato 19 dei 23 giocatori a disposizione: soltanto Perin, Bonucci, De Sciglio e Aquilani non hanno ancora visto il campo. Il milanista partirà sicuramente dall’inizio, Bonucci e Aquilani – qualora il commissario tecnico scegliesse il 3-5-2 – potrebbero candidarsi per un posto da titolare. Ma i continui cambiamenti tattici rischiano di togliere identità (qualora ce ne fosse una) alla squadra italiana. E allora l’enigma continua – e andrà almeno fino a domani – vigilia della sfida contro la nazionale uruguaiana he, nella partita vinta per 2-1 contro l’Inghilterra, hanno ritrovato vittoria ed entusiasmo, e soprattutto la stella Luis Suarez, stoccatore infallibile. La paura non intacca le certezze di Prandelli, ma quelle degli italiani sì.