(S. Pieretti) Mezzanotte di fuoco. Si parte, inizia il Mondiale. L’Italia di Prandelli questa notte a Manaus sfida l’Inghilterra di Hodgson. È la prima partita del girone, la più importante per la qualificazione alla fase successiva. La Nazionale ci arriva dopo aver ottenuto sei pareggi e una sconfitta nelle ultime sette uscite ufficiali, priva di un elemento fondamentale come Montolivo. Nelle ultime ore a complicare i piani è arrivato anche l’infortunio muscolare di De Sciglio. Gli azzurri sono arrivati ieri a Manaus dopo tre ore e mezzo di volo, prima di imbarcarsi la squadra aveva salutato Mirante e Ranocchia tornati in Italia dopo essersi messi a disposizione fino in fondo come eventuali riserve. «Le sensazioni sono ottime – afferma Prandelli alla vigilia – abbiamo lavorato in maniera mirata per arrivare pronti fisicamente e mentalmente a questo appuntamento. Loro hanno quattro giocatori in fase offensiva molto efficaci nell’uno contro uno, dovremo essere bravi ad attaccare la profondità, ed essere altrettanto bravi a giocare con la linea di difesa vicina a quella del centrocampo, non dovremo lasciare spazi». Rispetto sì, paura no. Semmai timore dei propri giocatori che nelle ultime uscite non hanno mai convinto appieno. Ma le amichevoli lasciano il tempo che trovano, il ct è convinto di fare una bella figura. «Avvertiamo la responsabilità di rappresentare un Paese intero – afferma il tecnico italiano – la pressione si sente, ma sapremo onorare al meglio la nostra maglia. È da quattro anni a questa parte che quando la Nazionale gioca e si gira il mondo abbiamo questo compito – spiega Prandelli – è chiaro che in un Mondiale è tutto molto più amplificato».
Il bilancio con i maestri inglesi ci vede in vantaggio nel computo totale: 24 partite con nove vittorie, otto sconfitte e sette pareggi. L’unica sfida andata in scena nella fase finale di un campionato del Mondo risale a Italia ’90: a Bari gli azzurri sull’Inghilterra di Gascoigne per due a uno grazie ai gol di Baggio e Schillaci. Era la finale per il terzo posto. Gli azzurri non vincono una partita ai Mondiali dal lontano 4 luglio del 2006, nella magica semifinale di Dortmund contro la Germania decisa dai gol di Grosso e Del Piero. «Mi auguro che la mia squadra abbia sempre la capacità di stare in partita – continua Prandelli – e quella di far emergere la qualità dei nostri giocatori più tecnici. A Balotelli chiedo di giocare in maniera decisa, di metterci il carattere in maniera leale. Ma è la stessa cosa che pretendo da tutti gli altri».
La nazionale italiana è stata accolta con grande entusiasmo nella capitale dell’Amazonia, Balotelli e Pirlo i più acclamati dagli oltre duecento tifosi che erano in attesa davanti all’hotel Quality Inn. Nella serata brasiliana gli azzurri hanno svolto una rifinitura all’Arena Amazonia tanto per prendere confidenza col terreno di gioco che negli ultimi giorni ha sollevato non poche polemiche per le condizioni del prato quasi disastrose. Tanti dubbi e poche certezze: Cesare Prandelli ha ostentato fiducia negli ultimi giorni, conosce relativamente il suo gruppo, rinnovato negli uomini e nelle motivazioni. Il tecnico fa affidamento sull’esperienza e sulle qualità dei suoi giocatori migliori: Buffon, Pirlo e De Rossi. Ma al di là dei veterani, quella azzurra è una squadra nuova, anche rispetto a quella che riuscì a conquistare la finale dell’Europeo contro la Spagna nel 2012. Elementi giovani, con poca esperienza internazionale, ma che vivranno l’avventura mondiale con grande entusiasmo. Il ct ha già battuto Hodgson proprio in occasione dell’ultima Coppa d’Europa, piegando gli inglesi ai quarti di finale, nella lotteria dei rigori. Palla al centro, si parte. Con un sogno azzurro in fondo al cuore. «I sogni possono spostare le montagne»: Prandelli docet.