(M. Ciccognani) – Povero calcio, se non l’abbiamo rovinato poco ci manca. Una volta c’era Carosio che raccontava via etere un pallone che pochi avevano il privilegio di vedere. Poi la tecnologia ha cominciato a fare passi da giganti, è arrivata la prima tv in bianco e nero, non c’era possibilità di fare indigestione di calcio perché quando andava bene vedevi il secondo tempo di una partita la domenica. Pian piano è arrivata la tv colorata, dalle tre/quattro telecamere si è arrivati persino ad entrare negli spogliatoi a spiare le squadre in quel luogo che una volta era sacro. Le telecamere sono diventate sette ad alta velocità (capaci di catturare 500 immagini al secondo), più quelle personalizzate, capaci di vedere laddove l’occhio umano non potrà mai arrivare nonostante i quattro uomini (e 8 occhi) a livello Fifa, i sei (12 occhi) in campo europeo.
La tecnologia ha cambiato il modo di vedere il calcio perché l’occhio della telecamera arriva immediatamente e quando persiste un dubbio basta riavvolgere il fotogramma e scoprire se era o meno rigore e via dicendo. In tv, ma ancora non in campo. Da lì, la voglia di moviola, tanto italiana di biscardiana memoria, ma adesso quasi un oggetto del desiderio di chi ama il pallone e partite regolari. Sempre. Eppure, nonostante tutto, c’è chi non si accontenta, come l’Honduras che ha protestato vivacemente per il gol del 2-0 concesso alla Francia, non dalla terza arnitrale, ma da un software (Goal line technology) posto sulla porta che ha esaminato l’azione in due diverse frazioni di secondo e nel momento in cui il portiere Valladares ha toccato il pallone e questi di pochi millimetri ha oltrepassato la linea bianca, ecco che hanno cominciatio a suonare le campane, pardon, gli orologi in dotazione a terza e quarto uomo che non hanno avuto dubbi. Gol. Apriti cielo. Infuriato il ct Suarez, ma se ne faccia una ragione. Il calcio ha bisogno della tecnologia. Era gol. E così sia, anche se le polemiche non si placheranno mai. Neppure davanti alla tv. Ma si abitueranno. Avanti moviola.