(M. Ansaldo) Le indiscrezioni su quello che potrebbe essere la Federcalcio dopo l’azzeramento ratificato oggi dal Consiglio Federale aggiungono preoccupazione alle molte perplessità nate con le dimissioni di Abete e di Prandelli. Accantoniamo per un momento la questione del ct della Nazionale. Restiamo all’organizzazione federale da ricostruire. Non troviamo la minima idea di un rinnovamento, perché i protagonisti sono gli stessi che ricoprivano incarichi fondamentali nella gestione precedente. Davvero Tavecchio, Macalli, Lotito, cioè il ticket che probabilmente uscirà vincitore dalle elezioni dell’11 agosto, rappresentano una sterzata alla linea degli ultimi anni? Ma loro dov’erano? In Brasile Tavecchio si accompagnava come un’ombra ad Abete nel ritiro di Mangaratiba, forse per accreditarsi come suo successore e non risulta che abbia mai preso chiaramente le distanze dalla politica federale. E Tavecchio, che per questioni di potere si mise di traverso a una delle rare idee interessanti per migliorare la qualità dei giovani, permettere ai club di far giocare le squadre Primavera in Lega Pro per maturarli in fretta al calcio vero, come fanno in Spagna? Su Lotito stendiamo un velo.
Basta vedere come funziona la Lega di serie A che ha rappresentato nella Federcalcio. Non abbiamo figure da sponsorizzare, nè è il nostro compito, ma almeno non ci prendano per i fondelli raccontandoci che si vogliono cambiare progetti e filosofia. È una mano di vernice sul solito muro di programmi già sbandierati. Il «modus operandi » è il solito, la spartizione dei ruoli avviene con lo scambio di voti come sempre. E se si decide che la Nazionale non è il cuore dell’attività federale ma ne è la vetrina, quella dovrebbe essere la massima espressione del professionismo di un movimento. Dalle candidature che circolano (Zaccheroni bruciato dai giapponesi, Guidolin che reggerebbe due settimane alla pressione esercitata su un ct) verrebbe da pensare che l’ottica invece sia di chi si è sempre occupato di gestire, anche piuttosto bene, il mondo dei dilettanti.