(F. Balzani) – Sessantuno sono troppi e trenta sono pochi. La Roma rialza il muro su Benatia e la scorsa settimana ha rimandato al mittente (il Manchester City) un’offerta da oltre 25 milioni di sterline (poco più di 30 milioni di euro). «A queste cifre neanche ci sediamo a trattare», la risposta del club giallorosso, ma la sensazione è che il cellulare di Sabatini a breve potrebbe ricevere una nuova chiamata dall’Inghilterra, magari anche da Londra dove il Chelsea sembra stia per eguagliare l’offerta dei rivali di Manchester che nell’affare potrebbero inserire anche Kolarov. L’asta quindi è tutt’altro che chiusa (ieri si vociferava di un rilancio di 38 milioni del City, smentito però da più parti) e la sensazione è che a poco meno di 40 l’affare possa chiudersi. E Benatia? Dopo tante parole ha scelto la via del silenzio. Uno di quelli, per dirla alla Tarantino in Pulp Fiction, «che mettono a disagio».
E a disagio Benatia e la Roma lo sono davvero. L’attacco di Sabatini a Sissoko, agente del marocchino definito «menestrello in cerca di corte» dal ds, non è piaciuto affatto a Mehdi che poche ore dopo la conferenza stampa «del direttore» avrebbe voluto rispondere su Twitter difendendo l’operato dell’amico e procuratore. Il buon senso stavolta lo ha frenato, ma da quel giorno Benatia (anche ieri a Ostia) ha scelto di cucirsi la bocca e non ha voluto incontrare i dirigenti per parlare del suo futuro o di eventuali offerte. Sia City che Chelsea, infatti, hanno già un accordo di massima col suo agente (quasi 4 milioni a stagione), ora il marocchino attende solo una decisione della Roma: accettare una delle offerte o dargli l’aumento di stipendio promesso (secondo lui) un anno fa. Altrimenti sarà muro contro muro. Fino ad allora niente chiacchiere per la felicità di De Sanctis. «In questa vicenda ha stonato l’eccessiva voglia di parlare da parte di tutti. Quindi io me ne sto zitto», ha detto saggiamente il portiere a Sky