(L. Loiacono) – Gigi Proietti, romano e romanista, Roma può fare a meno di Campo Testaccio? «No, assolutamente. Guai a toccare i ricordi della città. Luoghi come quello rappresentano dei simboli per le persone, portano dentro la tradizione e la memoria di Roma. Andrebbero rispettati».
Che cosa rappresenta quel campo veramente? «Oltre alla storia e alle origini dell’ As Roma, lì ci sono tutti i sogni di quei ragazzini che, per generazioni, davanti a quelle partite fantasticavano e gioivano». Ci sono anche i suoi ricordi? «Io veramente sono cresciuto in un campetto al Tufello e all’epoca, negli anni 50-60, attraversare Roma per raggiungere Testaccio era impossibile: per me il calcio era lì, sotto casa. Ma lo spirito era lo stesso: lì infatti non c’era Amedeo Amadei ma c’era ilmio idolo, il mitico portiere Pippo. Purtroppo quel campetto non c’è più. E allora pensiamo a salvare Campo Testaccio