(L. Loiacono) – Rosella Sensi, tra la sua famiglia e Campo Testaccio c’è un legame profondo. Perché? «Perché la storia non si cancella, mai. Non basta far passare gli anni per dimenticare. I romani lo sanno bene. La mia famiglia è legata a quel campo perché papà (Franco Sensi, ndr) ha voluto riportarlo in vita». In che modo? «Nel 2000 fece un importante intervento di ristrutturazione su Campo Testaccio, per restituirlo alla città di Roma. Lo fece per la città, per i romani ma anche per se stesso». Per se stesso? «Sì, mio padre era un tifoso come tutti. E di quel campo conservava i ricordi di lui da bambino che, per mano al papà, mio nonno, andava a vedere le partite. Mio nonno ha contribuito alla nascita di quel campetto. Il tifo è fatto anche di queste emozioni. Anzi, direi che è fatto soprattutto di queste emozioni». Che cosa le raccontava suo padre dl quel campetto a Testaccio? «Lì c’era la sua infanzia, ne era legato per i suoi ricordi da bambino. Come tutti i bambini che si avvicinano al pallone, magari per mano al papà. Per me è un dolore vederlo così». Ora però Campo Testacdo sta sparendo, che succede? «Succede che Roma sta perdendo un pezzo unico della sua storia: non si tratta di un campo qualunque, a cui comunque andrebbe data la giusta importanza sociale, ma di di un Campo storico». Sono tanti i tifosi romanisti che lamentano questo abbandono. «Ci credo. U c’è il cuore del tifo della Roma E’ inevitabile che chi conserva una memoria storica, resti amareggiato di fronte a questa situazione». Come risolvere uno stallo simile? «11 Sindaco Marino debba intervenire, per farsi da tramite e organizzare un tavolo tecnico a cui far sedere il concessionario da un lato e il campidoglio dall’altro»