(F. Balzani) Da macchietta a eroe, con licenza illimitata di stupire. Anche in Brasile, anche nel Mondiale dei Mondiali. Il volto felice della Roma tra Rio e San Paolo è quello di Gervais Lombe Yao Kouassi, per tutti Gervinho. Per quel dribbling a metà tra il samba e il reggae e quel sorriso carioca che ha fatto innamorare i tifosi della Roma. Dopo l’exploit in giallorosso, ecco quello con la Costa d’Avorio: 2 gol in due partite, uno decisivo contro il Giappone e uno fantastico contro la Colombia, che non ha comunque evitato la sconfitta degli africani ora attesi dalla sfida con la Grecia di Torosidis.
Più di Drogba e Tourè quindi in Brasile si parla di Gervinho che ha visto schizzare il suo valore di mercato. Pericolo cessione? No, finché c’è Garcia. «Quando sono sbarcato in Europa ho trovato tanti problemi. Poi è arrivato Rudi e tutto è cambiato, è il mio mister preferito. Sono venuto in Italia per lui. A Roma sento di soddisfare i tifosi, loro si sono appassionati al mio gioco. Io ho un mio stile e quando ho la palla tra i piedi tutti sanno che può succedere qualunque cosa. Sono contento del loro supporto. Spero duri a lungo», ha detto Gervinho che a breve riceverà l’aumento richiesto di 300 mila euro. Un riconoscimento a chi è riuscito a passare dalle partitelle a piedi nudi nella poverissima Sol Beni, ad Abidjan, al successo nella massima competizione del mondo: «Non è stato facile anche perché mio padre perse il lavoro. Oggi i miei genitori sono orgogliosi di vedere quello che sono diventato. Oggi sono felice di sfamare la mia famiglia».