(F. Oddi) Cinquantacinque dosi di cocaina, un bilancino e 1800 euro in casa: Fabio Alessandrini, 22enne ex attaccante di buon talento, 5 anni alla Roma, è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti. «Sta bene, non è stata applicata alcuna misura cautelare, e non si è trattato di spaccio — commenta il suo avvocato — si è reso conto di aver ecceduto nella detenzione. Ha interrotto la carriera da calciatore per un grave infortunio e da lì le cose si sono un po’ complicate».
Colpo di sfortuna Le complicazioni arrivarono l’11 marzo del 2007, con tempismo crudele: giusto una settimana prima c’era stata la finale della Manchester United Premier Cup, ovvero la partita più importante dell’anno, superata qualche mese dopo solo dalla finale scudetto Giovanissimi. La Roma le vinse entrambe, la seconda Alessandrini la vide con le stampelle, la prima la giocò da titolare, uscendo sul 20, per fare spazio a un centrocampista, Federico Viviani: di fronte c’era il Pescara, dieci giocatori con poco talento, e Marco Verratti, che aveva fatto i miracoli per farli arrivare fin lì. Le votazioni per il miglior giocatore del torneo non premiarono lui, ma Alessandrini: attaccante esterno, aveva velocità e carattere da vendere, doveva migliorare la freddezza sotto porta così partiva spesso dalla panchina, anche perché Pettinari, Scardina e Montini facevano scintille. Stramaccioni lo vedeva in forma, quel torneo fu un esame per diventare titolare, superato a pieni voti: 7 giorni dopo, gara facile con la Ternana, gli saltò il crociato. Fu operato da Mariani, tornò a novembre, ma il treno era ormai passato: il 200910 era in Primavera con Florenzi, Antei e Bertolacci, ma giocò solamente 3 spezzoni e a fine anno fu svincolato. Ripartì dal Rosignano, provincia di Livorno, venne convocato dalla Nazionale di Serie D, ma durò poco: a dicembre era già al Tor Sapienza, in Eccellenza, vicino a casa, lontanissimo dai sogni.
Fonte: Gasport