(F. Monti) Carlo Tavecchio sente aria di vittoria nella corsa alla presidenza della Federcalcio(elezioni a Roma l’11 agosto). Martedì ha ricevuto il via libera dal presidente della Lega di B, Andrea Abodi, che ha raccolto le indicazioni della base e ha giocato d’anticipo, sperando di ricevere il premio speciale che viene riservato a chi arriva primo. Ieri il presidente della Lega Dilettanti (dal 1999) ha incontrato Graziano Del Rio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, per illustrare il programma e ottenere un’investitura anche a livello politico.Domani, a Roma, Tavecchio presenterà la propria candidatura a presidente della Figc all’assemblea della Lega Dilettanti.
Possibile che indichi anche i nomi dei due vice: Mario Macalli (Lega Pro) e Claudio Lotito (serie A). L’altro candidato, Demetrio Albertini, sta mettendo a punto il programma, in parte illustrato lunedì a Milano, al momento di dare la propria «disponibilità» a scendere in campo e ora destinato a essere precisato nei dettagli. Albertini parte indietro, ma non ha alcuna intenzione di ritirarsi e va avanti spedito.
Oggi giornata elettorale per la serie A, perché c’è da scegliere consiglieri federali e consiglieri di Lega. Agnelli e Lotito, che rappresentano le due anime di una Lega spaccata quasi a metà,hanno preparato un testo da sottoporre ai club, ma non è scontato che oggi le 20 società si esprimano pubblicamente indicando il nome del candidato che appoggeranno all’assemblea dell’11 agosto. Ieri pomeriggio Agnelli ha inviato una bozza del documento ai colleghi; fra i punti salienti, la valutazione (entro novembre) degli uffici della Figc (compresi Club Italia e Covisoc); recupero di credibilità; riforma della giustizia sportiva; ritorno della serie A a 18 squadre; marketing; normativa sui procuratori; questione arbitrale.
Ieri si è espresso anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha molto insistito sulla questione centrale di questa elezione (e di tutto lo sport italiano): «Se non si fa un passo indietro rispetto ai personalismi, non andiamo da nessuna parte. Questo è tremendo, vige nella politica e nelle istituzioni, ma nello sport è inaccettabile. Non parteggio per nessuno, ma spesso si creano sempre problemi per personalismi, mentre a noi quello che deve interessare è il bene dello sport. Il discorso vale in generale e vale anche per la Figc». Il presidente del Coni ha fotografato la reale situazione, che si sta sviluppando intorno alla Federcalcio, dove le Leghe sono soprattutto preoccupate di quanto potranno raccogliere e non di quanto potranno dare per un reale cambiamento del calcio. È passato un mese soltanto dalla sconfitta con l’Uruguay, ma i grandi elettori sembrano già aver dimenticato la vera ragione delle dimissioni di Abete.