“La vittoria della Germania nasce dal coraggio di cambiare regole e uomini. Quel che l’Italia non vuole fare”. I tedeschi raggiungono gli azzurri nel palmares del Mondiale, con quattro stelle, e il risultato della finale di Rio e’ lo spunto per riaprire una discussione sulla crisi del calcio italiano. A farlo e’ Barbara Berlusconi, al suo terzo intervento da quando l’Italia e’ stata eliminata dal Mondiale, Prandelli e Abete si sono dimessi e il calcio italiano si e’ trovato senza guida. Il fatto e’ che da tutti gli osservatori della competizione elettorale in federcalcio questa e’ considerata la settimana decisiva. Carlo Tavecchio, unico candidato al momento – anche se solo in pectore – comincera’ le annunciate consultazioni per capire con quale consenso arrivera’ al voto dell’11 agosto; giovedi’ invece l’assemblea della Lega di A chiarira’ gli equilibri della componente piu’ importante. Dai due appuntamenti, si capira’ se Demetrio Albertini cedera’ alla pressione di Aic e Aiac per candidarsi.
In ogni caso, quel che filtra dalle componenti tecniche e’ che un candidato da opporre a Tavecchio dovra’ venire fuori. Il presidente dei Dilettanti giovedi’ scorso ha avuto colloqui informali con diversi ‘elettori’, l’occasione la presentazione del Cinecitta’ World. Oltre a Lotito e De Laurentiis, c’erano i Della Valle, Baldissoni, Beretta, Abete. Non conta l’eta’, contano le idee, si e’ sentito ripetere Tavecchio. Che domani incontrera’ Tommasi (Aic), mercoledi’ Abodi (B), entro venerdi’ e comunque prima del consiglio federale Ulivieri. Nelle prossimo ore l’incontro con Macalli, rinviato nei giorni scorsi per questioni personali: Tavecchio conta sui voti della Lega Pro per arrivare al 51%, ma e’ probabile che l’assemblea del 4 agosto non esprima una candidatura formale ma il semplice appoggio a quella dei Dilettanti. Come dire, non ci sono voti blindati. E’ la stessa situazione nella quale, se scendesse in campo rispondendo alle sollecitazioni dell’Aic e di Agnelli, si troverebbe di fronte Albertini. La richiesta che gli arriva dalle componenti tecniche e’ di dare comunque un segnale di presenza politica: la posizione resta quella del dopo disfatta (”a queste condizioni, non sono in corsa per la presidenza”, disse Albertini), ma cresce la convinzione che una volta esauriti gli appuntamenti della settimana l’ex vicepresidente e n.1 del Club Italia sciogliera’ la riserva. Gli occhi, in ogni caso, saranno puntati sulla Lega di A. Si andra’ al confronto Agnelli-Lotito, difficilmente alla conta dei voti su un candidato, per tutti gli osservatori il rischio di spaccatura sarebbe alto e anche un vincitore sarebbe dimezzato. Sempre che uno dei due schieramenti non decida di scoprire definitivamente le carte.
Fonte: ansa