(A. Catapano/M. Galdi) Quella che un tempo si sarebbe definita un’alleanza impossibile — troppo distanti per cultura, denari e potere — per gli stessi motivi è diventata una coppia di fatto, che la crisi del calcio italiano ha portato allo scoperto. In questa lunga e (già) sfinente battaglia per il rinnovamento del calcio italiano, Juventus e Roma vanno a braccetto. O almeno così hanno inteso di fare, martedì scorso, quando Andrea Agnelli, prima di partecipare ad un dibattito alla Camera — dove, non a caso, ha sparato contro Tavecchio —, ha incontrato Mauro Baldissoni, rappresentante in terra romana di James Pallotta, poi, in rapida successione, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
STRATEGIA – Sul tavolo c’era la scelta di una strategia che l’11 agosto scongiuri l’elezione di Tavecchio alla presidenza della Figc. E non potendo più inseguire l’ipotesi del commissariamento (che pure continuano ad accarezzare), piuttosto che lasciare campo libero al numero uno dei Dilettanti, Juventus e Roma hanno stabilito di sostenere la candidatura di Demetrio Albertini. Ma il vero obiettivo, su cui si sono mostrati sensibili anche Coni e Governo, è strappare dalle mani di Adriano Galliani e Claudio Lotito il controllo della Lega di A (e, quindi, della vendita dei diritti tv). Un progetto ambizioso, che passa dalla necessaria defenestrazione di Maurizio Beretta, impensabile, secondo Agnelli e Pallotta, con Tavecchio presidente federale.
QUANTI SIAMO? – Il problema, neanche a dirlo, sono i voti. Che nel caso delle elezioni Figc si contano e non si pesano. Juventus e Roma rappresentano un partito autorevole — ci sono anche Fiorentina e Napoli — ma una minoranza (che, però, sta crescendo). La prima buona occasione per contarsi sarà l’assemblea di Lega di giovedì, che potrebbe ratificare la nomina di Andrea Agnelli a consigliere federale e l’approvazione del bando di vendita dei diritti tv internazionali. Juventus e Roma puntano a portare a casa la prima e a bloccare la seconda.