(E.Esposito) – Ha creato tutti i suoi personaggi guardando la gente. Nei bar, in strada, dal giornalaio, in taxi, lui osserva, studia, coglie gli aspetti più curiosi e profondi della realtà. Per questo i film di Carlo Verdone continuano ad avere successo. Per questo anche lui si è accorto che adesso, a Roma, c’è qualcosa di diverso nell’aria. I tifosi cercano di evitare la parola scudetto, ma si percepisce quell’esaltante consapevolezza che quest’anno possa arrivare qualcosa di davvero grande. E lui, che trascorre le giornate scrivendo il soggetto per il suo nuovo film, è d’accordo. «Stavolta abbiamo tutte le carte in regola per fare una stagione da assoluti protagonisti. Ci sono un buon portiere come Skorupski, molto reattivo, e una sicurezza come De Sanctis. E che c’è Iturbe, con Gervinho dall’altra parte, sulle fasce siamo devastanti. Mi auguro poi che questo sia finalmente l’anno di Destro. È un grande giocatore, spero giochi con la continuità che gli serve. Poi sappiamo chi altro c’è, parliamo di certezze…».
Si riferisce a Totti?
«Anche. Totti dirà ancora la sua: per intelligenza, geometria e dinamicità può sempre fare la differenza. Ma sono davvero tutti bravi, a cominciare dagli ultimi arrivati, quindi insisto: possiamo arrivare molto in alto. Poi c’è un’altra questione».
Quale?
«L’acquisto di Iturbe, che piaceva a tanti club importanti a partire dalla Juve, è la dimostrazione che adesso anche gli altri credono nel valore di questo progetto e di questa squadra. È un segnale importante».
La Roma ora è la favorita per lo scudetto anche per l’addio di Conte.
«Ma la Juve gioca un po’ a memoria e con molta disciplina, per me resta la squadra da battere. Non so perché Conte abbia lasciato, forse vuole tentare un’avventura internazionale, in ogni caso Allegri non è da buttare via solo perché non ha fatto bene con un Milan che sarebbe stato difficile da gestire per chiunque».
Teme che la Champions possa distrarre i giallorossi?
«No, abbiamo una rosa lunga proprio per questo e possiamo fare strada anche in Europa. La Champions è fondamentale, se riesci a raggiungere i quarti diventi un club rispettato in tutto il mondo e arrivano un po’ di soldini, che non fanno male a nessuno».
Pensa che dietro alla rinascita della Roma ci sia Garcia?
«È un grande allenatore, con idee molto chiare. E vuole vincere. L’ho incontrato a Trigoria ed è anche simpatico, una brava persona, ha preso a cuore la squadra. Ha il grande merito di aver ricompattato lo spogliatoio creando un ottimo rapporto con i giocatori: lo ammirano tutti. Sono sicuro che sia il tecnico giusto per conquistare qualcosa di grande ».
Quindi la parola «scudetto» si può addirittura pronunciare?
«Certo: io con queste premesse credo allo scudetto. Poi tocchiamo ferro…».