(S. Vernazza) Real-Bayern era e Real- Bayern rimane. Il centro di gravità permanente della Champions League non si sposta di un centimetro. Il mercato è in corso, le sorprese tipo Atletico sono connaturate al calcio, tutto quello che volete, ma al principio della strada per Berlino, città sede della finale 2015, le stelle comete da seguire sono due: Real e Bayern, da lì non si scappa. Ecco la mappa dell’Europa che conta a poco meno di due mesi dall’inizio della fase a gironi. Alle tre italiane guardiamo con benevolenza, ma al momento ci sembrano più che altro delle simpatiche outsider, portabandiera di un calcio che un tempo dominava e che oggi è dominato.
Le solite due Massimo rispetto per l’Atletico finalista, però la vera finale della Champions passata è stata la semifinale tra Real e Bayern e da lì si ricomincia. Un po’ perché l’Atletico si è indebolito con le partenze di Courtois, Filipe Luis e Diego Costa e molto perché Real e Bayern si sono rafforzate, per ora più i primi dei secondi. L’arrivo di James Rodriguez – possibile, probabile – renderebbe fantacalcistico il potenziale attacco di Carlo Ancelotti: Benzema centravanti e alle sue spalle il trio Bale, James e Cristiano Ronaldo. Non è detto che l’allenatore li faccia giocare tutte e quattro assieme, anzi, ma siamo a luglio e ci piace pensarlo. A centrocampo c’è un Kroos in più. L’eventuale cessione di Di Maria – «compensativa » del denaro investito su James – per quanto dolorosa sarebbe superabile. Qualche dubbio sul portiere, se Keylor Navas sarà: un conto è giocare il Mondiale nella Costa Rica, un altro parare nel club oggi più forte al mondo, molto diversa è la pressione. Un dettaglio, però, e nel caso si rimedierà. Il Bayern innesta Lewandoswki in un gruppo che contiene la crema della Germania campione del mondo: Neuer, Lahm, Boateng, Schweinsteiger, Müller, Götze. Unica perplessità Dante: come reagirà il brasiliano allo shock del 7-1 che i suoi «amici » gli hanno rifilato al Mondiale? Una pagliuzza nell’occhio. Coi soliti Robben e Ribery sulle ali, l’entrante «Lewa» può segnare caterve di gol. Real voto 10, Bayern 9. Sfumature. I tanti troppi gol di differenza dell’ultima semifinale non rappresentano più un divario realistico, anche perché il Mondiale ha premiato la Germania (Bayern) e Robben (Olanda, Bayern) e ha punito la Spagna (Real) e Cristiano Ronaldo (Portogallo, Real).
Tra le due litiganti… C’è sempre un terzo incomodo, che qui individuiamo nel Chelsea. Quel furbastro di Mourinho vince per distacco il premio del miglior affare in uscita: prima del Mondiale ha rifilato David Luiz al Psg per 50 milioni di euro. Se avesse aspettato la Coppa avrebbe venduto il ricciolone brasiliano a una cifra infinitamente inferiore. Anzi, sarebbe stato costretto a tenerselo. Mou ha pescato a piene mani nell’Atletico finalista 2014: Courtois, il portiere numero due al mondo, Filipe Luis, cavallone di fascia, e Diego Costa, genere di attaccante e di personaggio che con lo Speciale potrebbe funzionare a mille. In più ha sottratto Fabregas alle malinconie del Barcellona tramontante. Se trova l’alchimia, Mourinho può trasformare il Chelsea nell’Atletico Madrid prossimo venturo.
L’enigma Barça Messi, Suarez e Neymar. In teoria il tridente del Barcellona non ha nulla da invidiare all’attacco mostruoso del Real. In pratica è un enigma. Messi è indecifrabile, amletico, reduce un Mondiale che un po’ lo ha sconsacrato. Il «piranha» Suarez si è beccato quattro mesi di squalifica, dovrà essere «rieducato » e chissà come interagirà con Leo. Neymar non si sa: quale o Ney ritroveremo dopo il terribile trauma alla schiena? In più l’incognita Luis Enrique: insisterà col tiquitaca tendenza «ronf ronf» proposto alla Roma? Il Barcellona per ora non è giudicabile.
Arrivano le nostre? Mah Il Psg è in progress: se prende Di Maria, il voto sale di brutto, nonostante il «fardello» David Luiz. L’Atletico si è indebolito, ma conserva la struttura «simeoniana». Al City per ora manca il grande colpo, però resta la squadra campione d’Inghilterra. Poi ci sono le nostre e al di là del mercato dobbiamo tenere presente che nella scorsa stagione Juve e Napoli sono uscite dalla Champions ai gironi e che la Roma non era in Europa. Dal 2010 una squadra italiana non mette piede in semifinale o finale. Oggi bisogna essere molto ottimisti per credere in un’italiana finalista a Berlino.