(A. Bocci) Maicon conserva un’espressione luminosa anche nella sconfitta conclusiva del Mondiale. «Sono contento di essere arrivato fin qui, ho passato due anni di sofferenza ma sono riuscito a entrare nel gruppo dei 23. Forse il Brasile non ha fatto la coppa che ci si aspettava, ma i brasiliani si devono ricordare che questa è una squadra costruita in un anno e mezzo. Il progetto della Germania va avanti da otto anni, gli argentini sono insieme da sei. Serve tempo».
Scolari è sotto accusa, voi giocatori invece vorreste tenerlo.
«Credo che Scolari e tutto il suo staff abbiano fatto un buon lavoro: questa squadra è un buon mix di vecchi e giovani e ha un futuro. Dopo quello che è successo in questo Mondiale, anche quelli che ora sono meno esperti avranno la mentalità giusta per riprovare a vincere. Non credo che la ferita del 71 della Germania li indebolisca, anzi: io dopo quella sera ho visto subito la volontà di rialzarsi, e la sconfitta nell’ultima partita per il terzo posto è un capitolo che si chiuderà in fretta».
Lei conta di giocare ancora in nazionale?
«Dipende dall’allenatore, ma se vuole io ci sono. Giocare mi diverte ancora moltissimo e la nazionale è un valore per tutti i brasiliani. La gente in fondo ci ha sempre appoggiati e io sono molto orgoglioso di come si sono comportati i nostri tifosi nella sconfitta».
Significa che il paese ora è più maturo?
«Vuol dire che i tempi cambiano, per questo dico che i brasiliani devono avere pazienza. Fra quattro anni questa squadra sarà fortissima».
Insomma, il Brasile ha bisogno di tempo. Anche la Roma?
«La strada è quella giusta, si è visto nella stagione passata. Ora è presto per parlare di scudetto, ma vedo gli acquisti che stiamo facendo e mi sembrano tutti buoni, andiamo avanti e vediamo. Io di certo dalla Roma non me ne voglio andare. Anzi, la prima cosa che farò ora che il Mondiale è finito sarà chiamare Sabatini: voglio rinnovare subito, ad andare via non ci penso proprio».