(A. Pugliese / C. Zucchelli) – Lui si allena a Trigoria, con il solito sorriso di sempre, ma anche con tanti pensieri che gli girano per la testa. Ogni giorno che passa, la sua situazione diventa più complicata. E questo Mehdi Benatia lo sa, come sa che se alla fine dovesse restare alla Roma, saprebbe bene come farsi riconquistare l’affetto di tutti, a cominciare dai tifosi. Intanto, però, il City è sempre lì e Mehdi aspetta che faccia un passo ufficiale con la Roma. Che, a conti fatti, è in una botte di ferro. Se il difensore marocchino resterà a Roma, avrà un difensore delizioso ancora con sé; nel caso dovesse andare al City, intascherà 3540 milioni, di cui tra i 25 ed i 30 di plusvalenza. Non male…
Vertice in vista Ma potrebbe essere questo il weekend chiave per il futuro di Mehdi Benatia? Il suo agente, Moussa Sissoko, l’uomo che Sabatini non più tardi di un mese fa definì «un menestrello in cerca di corte» è atteso a Trigoria lunedì per incontrare i dirigenti. Non è escluso però che per spiazzare un po’ tutti, il vertice (voluto dallo stesso Sissoko e non dalla Roma), possa essere anticipato. La strategia è chiara, soprattutto dopo che Benatia ha promesso a Garcia che entro fine mese verrà presa una decisione, possibilmente anche entro il 21 luglio, giorno della partenza della squadra per la tournée americana. O dentro o fuori. Il tecnico non vuole trascinare il caso troppo a lungo, soprattutto perché riguarda il terzo capitano della squadra, una pedina fondamentale del suo scacchiere.
Bivio A questo punto, dopo l’incontro tra Sissoko e i dirigenti, ci sarà poco margine di manovra: o alla Roma arriverà un’offerta ritenuta congrua, almeno 35 milioni di euro, o Benatia non si muoverà più. E lui lo sa. Per questo, pur lavorando a Trigoria da solo ormai da 3 giorni, non ha mai incontrato né Sabatini, tornato ieri da Milano, né Baldissoni. Le posizioni sono chiare. Ma chiaro è anche il fatto che tra 4 giorni la Roma si raduna e Benatia, a questo punto, non può non prendere in considerazione l’idea di rimanere. Volente o nolente, consapevole che il feeling con i compagni è intatto così come quello con Garcia, avrà il compito di riconquistare i tifosi. E lui si dice pronto a farlo. Un nuovo caso Osvaldo non si ripeterà. E lavorare dall’altra parte dell’oceano prima e poi in Austria potrebbe aiutare a stemperare le tensioni.