(O. Beha) –SI SENTIVA proprio il bisogno che la parvenu (bella eh, niente da dire) Barbarella Berlusconi intervenisse sulla situazione generale del calcio italiano e dei suoi vertici, che si è trovato ieri per due ore in seduta per decidere di che morte dovessero morire (è solo un detto toscano…). B.B. vuole i quarantenni per rottamare/rifondare. Il vicepresidente vicario, Carlo Tavecchio, ha tirato subito il rigore a porta vuota rispondendo che forse oltre all’età andrebbe misurata la competenza non esattamente eredità di figlie con padri famosi e danarosi. Segnato il suo semplice gol, Tavecchio, ex sindaco dell’hinterland comasco e democristiano pulito di lungo corso, si è dedicato a una sorta di Sconsiglio Federale della Figc dal quale sono stati partoriti un paio di topolini: quelli della conferma delle dimissioni irrevocabili da ct di Claudio Cesare Prandelli e di Giancarlo Abete da presidente, ancora in carica come Caronte semi affondato fino all’Assemblea elettiva dell’11 agosto prossimo finalizzata anche a una revisione statutaria. Solo dopo questa data e questa elezione il presidente nominerà il nuovo ct, buono in extremis per le avvisaglie delle eliminatorie per i prossimi Europei del 2016. Mi par già di sentire l’eco della domanda delle domande: e Demetrio Albertini che fa, lui che era capo delegazione in Brasile, che si era già dimesso da vicepresidente, che poi a disastro perfezionato ha cominciato a sentenziare sul futuro?
DEMETRIO che ha detto, che farà? Il topo Demetrio è rimasto nel formaggio del Consiglio/ Sconsiglio federale, pronto a morsicare quello che gli capiterà. Anche lui è democristiano, ma modello Scelta Civica, niente a che vedere con i padri alla Marcora che insistono su Tavecchio. Che è il candidato a questo punto alla Presidenza, se dal di fuori non arriverà qualche alternativa o il presidente del Coni non escogiterà una qualche soluzione commissariale, all’apparenza contraria per statuto alla attuale situazione. Nel frattempo l’idea del medesimo Tavecchio di ricorrere per il ct a soluzioni interne, giacché la Figc ha strutture nemmeno troppo a buon mercato come Coverciano e da lì sono nate candidature alla Bearzot e alla Vicini per dirne due, parrebbe molto ragionevole, in linea con la spending review e con una ricostruzione interna indispensabile.Tra i papabili il nome più accreditato è quello di Arrigo Sacchi, che ha diviso nel dopo Mondiali sudafricani una serie di compiti con Baggio e Rivera. Escludendo per motivi diversi questi due, resterebbe proprio Sacchi con il carisma e l’esperienza per ricostruire un po’ tutto, irradiando competenza dalla Nazionale su tutto il cucuzzaro federale. Ma accetterà Arrigo, ormai alleggerito degli stress e abituato a sunteggiare in tv?