(C. Damato) Francesco Totti ancora una volta ha lasciato il segno contro il Real Madrid. Con un gol più o meno simile a quello segnato a Dallas, aveva già messo in ginocchio i blancos dodici anni fa in Champions League al Santiago Bernabeu. Il Real, che poteva essere la sua squadra – sempre rifiutata per restare nella Roma – gli porta bene, ma va anche sottolineato che il capitano è apparso in condizioni di forma davvero invidiabili. E che, quindi, in questo momento il capitano dei giallorossi sarebbe letale per qualsiasi avversario. Da fantacalcio il velo con il quale ha liberato Florenzi, che poi gli ha donato il pallone per la battuta vincente. Una doppia magia.
Totti, la sfida può essere stata un’anteprima della Champions?
«Manca ancora tanto all’inizio di quella competizione e una partita di Champions è tutta un’altra gara, molto più tesa e sentita. Siamo ancora sotto preparazione, nessuno era ancora al top però l’importante era vincere e ci siamo riusciti. E queste sono cose che fanno bene».
Dove volete arrivare in Champions League?
«Dobbiamo e vogliano arrivare il più lontano possibile ma sappiamo che è difficile perché ci sono squadre molto più forti di noi. Bisogna essere realisti. Speriamo solo di mettere in difficoltà ogni avversario che incontreremo».
Lei è uscito tra gli applausi di 57 mila persone dopo aver segnato un gol fotocopia di quello del 30 ottobre 2002: si sente più forte di prima?
«Uscire tra gli applausi fa sempre piacere, poi riviverli da tifosi di un’altra squadra rappresenta un piacere doppio. Il Real, poi, per me è la seconda squadra che ho sempre tifato, quindi sono orgoglioso di aver strappato applausi anche ai tifosi di quella squadra. L’importante, come ho detto prima, era fare bene, dimostrare che la Roma c’è anche se è presto dire dove potremo arrivare. Oggi, rispetto al passato, ho più esperienza, una cosa che a ventuno, ventidue anni non puoi avere».
È una Roma costruita per vincere?
«Io penso di sì. Anche perché vogliamo fare meglio dello scorso anno: non sarà semplice, ma nel passato campionato abbiamo trovato una squadra che ha battuto tutti i record possibili e immaginabili… Il nostro, però, è un organico che deve lottare per lo scudetto e noi cercheremo di vincerlo. Questa Roma è forte, al momento la metto dietro solo a quella di Capello ma l’obiettivo è vincere proprio come fece quella. Siamo stati costruiti per questo».
Cosa è successo tra Keita e Pepe?
«Sinceramente non lo so perché ero già andato oltre».
Quanto aiuta alla preparazione venire qui a giocare negli Usa?
«È la prima volta che facciamo la preparazione qui in America e stiamo disputando un grandissimo torneo internazionale con squadre blasonate: sono due cose distinte. Personalmente sono contento di partecipare a questo magnifico tour».
Il presidente Pallotta è stato molto duro su Tavecchio: lei pensa che il candidato alla presidenza della Figc sia una vergogna per l’Italia come ha detto lui?
«Io vado dietro a quello che dice il presidente, così non sbaglio…».