Macché bocciatura del progetto stadio. Dopo le precisazioni (opportune) del sindaco di Roma Ignazio Marino alle dichiarazioni (inopportune) di qualche consigliere comunale, anche l’assessore allo Sport di Roma Capitale Luca Pancalli bacchetta i “costrutteditori” e i loro amici. «Per quello che so, non mi risulta che l’iniziativa non sia percorribile». L’assessore chiede che la questione venga affrontata «senza pregiudizi». Chi avverte un po’ di fastidio in tutta questa faccenda è ovviamente la proprietà americana. «Le polemiche? Risponderemo con i fatti». Poche parole, essenziali, chiarissime. La dichiarazione, riportata da “LaRoma24.it”, è del diggì Mauro Baldissoni. Pancalli interviene a “Radio Radio”. E spiega: «Non sono direttamente coinvolto (sul progetto, ndr), domani (oggi, ndr) avremo una riunione con Caudo (l’assessore all’Urbanistica, ndr) e avrò modo di vedere il progetto. Sono rimasto, per via delle competenze e della delega, alla presentazione in Campidoglio ma non sono mai sceso nel particolare. Per quello che so, non mi risulta che l’iniziativa non sia percorribile. Anche io da domani (oggi) sarò in grado di approfondire. L’errore più grande che si può fare è far diventare un’iniziativa importante e coraggiosa una cosa di destra o di sinistra. Sono un fermo sostenitore del fatto che i club debbano dotarsi di stadi di proprietà, per riequilibrare i conti, che ora troppo sbilanciati verso i diritti tv». Addirittura, Pancalli plaude al progetto: «È un’iniziativa coraggiosa quella della Roma, ma non sono in grado di esprimermi perché non ho visto ancora il progetto». Ma Pancalli non si limita allo stadio.
L’assessore fa anche il punto della situazione su Campo Testaccio: «È una mia priorità il fatto che possa continuare a vivere. Sin dall’inizio abbiamo tentato di verificare il problema e abbiamo reso l’impegno a coprire quell’enorme voragine che ora è sul campo, legata al Piano parcheggi al centro di un contenzioso giudiziario. C’è stata una sentenza del Tar e il ricorso al Consiglio di Stato della parte soccombente, finché non si ultima la parte della giustizia amministrativa abbiamo le mani legate. Ci siamo incontrati con i concessionari di Campo Testaccio e abbiamo espresso il desiderio che il tutto venga recuperato alla sua dimensione originaria. Campo Testaccio non è solo un campo, ma un pezzo di storia importante della città che va recuperato. Ma dobbiamo aspettare che la giustizia faccia il suo corso, altrimenti non possiamo fare nulla». Chi indirettamente replica a Pancalli è il Movimento 5 Stelle, che in una nota si scaglia contro lo stadio della Roma: «L’ipotesi del nuovo stadio da realizzare nell’area dell’ex ippodromo di Tor di Valle, che non sarà interamente a spese del privato, come invece fatto credere ai cittadini in presentazioni ufficiali e conferenze, ma dietro il quale si scorgono più che evidenti manovre di speculazione edilizia e di capitalizzazione da parte di grossi gruppi finanziari, contrastano nettamente con tali princìpi, obiettivi e strategie. Il Movimento 5 Stelle invita pertanto il Sindaco a non consentire il proseguimento dell’iter autorizzativo del progetto di un nuovo stadio di calcio in località Tor di Valle, in quanto da ritenersi insostenibile da diversi punti di vista ».
Secondo i pentastellati, non c’è interesse pubblico: «Trattasi difatti d’iniziativa imprenditoriale privata, su area privata. L’interesse pubblico, quando comporta un’esposizione finanziaria per la collettività di tale entità (almeno 220 milioni, destinati a crescere a dismisura, come ci ha insegnato la storia), non può prescindere da considerazioni di priorità ed opportunità: stiamo parlando di una cifra che equivale al 50% del piano di rientro triennale di Roma Capitale, che costerà lacrime e sangue ai cittadini, tra tagli e dismissioni. Non ci possiamo permettere ulteriori indebitamenti. Questo nuovo stadio è l’ennesima “grande opera”, che nasce da interessi privati, che provocherà ulteriore consumo di suolo e cementificherà un’altra grande porzione di Agro Romano». Ai pentastellati sfugge (si fa per dire) che l’interesse pubblico è palese, che lo stadio darà da mangiare a un migliaio di famiglie, che sorgerà in un’area abbandonata che quindi sarà riqualificata, che consentirà di costruire infrastrutture e reti viarie completamente a carico dei privati e che le “compensazioni” per i privati riguarderanno esclusivamente uffici e non l’edilizia residenziale, vietata per legge.