Il momento è quello che è, meglio far calmare le acque e non rievocare i ricordi del disastroso Mondiale brasiliano. Con questa intenzione Cesare Prandelli ha chiuso in fretta e furia le valigie ed è sbarcato nell’affascinante Istanbul, pronto ad aprire un nuovo capitolo della sua carriera alla corte dei paperoni turchi del Galatasaray.
Dalla splendida terrazza della sua villa che si affaccia sul Bosforo, il fallimento della Nazionale italiana può essere dimenticato più in fretta, lontano dalle critiche che giocatori, stampa e tifosi continuano a rivolgergli. L’espressione deve essere cambiata, però, quando scoprendo i programmi estivi del club turco, l’ex ct azzurro ha notato una tappa che al momento potrebbe risultargli ancora indigesta. Il Galatasaray, infatti, aveva allacciato i rapporti con la Roma per disputare un’amichevole del 19 agosto allo stadio Olimpico nel giorno della presentazione ufficiale della squadra di Garcia a pochi giorni dall’inizio del campionato. Un’ipotesi spuntata prima della chiusura della trattativa con il tecnico e che il club turco aveva accettato con soddisfazione.
Le dinamiche del disastro azzurro non erano state certo considerate, così come il rischio di dover far vivere al proprio allenatore un ritorno in patria non certo graditissimo. A togliere ogni dubbio ci ha pensato lo stesso Prandelli, che con la matita rossa ha cancellato la sfida comunicandolo alla dirigenza senza mezzi termini. D’altronde il viaggio nella Capitale non gli avrebbe certo permesso di ricevere saluti calorosi. De Rossi a parte, non sarebbero corsi ad abbracciarlo Destro e Florenzi, lasciati a casa con motivazioni diverse, ma entrambi rimasti a guardare davanti al televisore l’avventura Mondiale dall’altra parte dell’oceano.
La paura di dover subire il malcontento italiano avrebbe dovuto scontrarsi inoltre con la poca simpatia che il pubblico romanista ora nutre nei suoi confronti (mentre l’aveva salutato con affetto quando dovette dimettersi nel 2004), dopo una stagione intera passata tra scelte discutibili sulle convocazioni e diversità nell’applicazione del codice etico nei confronti dei tesserati juventini. Il differente giudizio mostrato negli episodi che hanno coinvolto in momenti diversi Chiellini e De Rossi fanno parte ormai di un passato su cui Prandelli non vuole più tornare.
Meglio viaggiare per l’Europa, evitare fischi, insulti e il rischio di dover dribblare qualche domanda sgradita. «Ho ricevuto lettere di minaccia – aveva svelato il tecnico bresciano qualche giorno fa durante la presentazione ufficiale in Turchia – il mio progetto tecnico al Mondiale è fallito, ma leggere articoli o vedere trasmissioni tv in cui vengo paragonato a personaggi che non voglio nominare è di un cinismo assoluto».
La ferita è ancora aperta e per rimarginarla ci vorrà tempo. Dopo aver appreso del rifiuto, la Roma è in cerca di un altro avversario per presentare i nuovi volti al pubblico di casa e aprire il sipario della nuova stagione. Se sarà possibile verrà organizzata con una squadra che possa garantire una visibilità commerciale più ampia. Prandelli, invece, si godrà la tranquillità dei monti austriaci, scelti come sede del ritiro estivo della formazione turca. Alla fine, meglio per tutti.