(E. Menghi) Nulla a che vedere con il precedente rinfacciato dallo United alla vigilia della prima giornata della Guinnes Champions Cup, ma in terra americana arriva la prima sconfitta stagionale della Roma. Il 3-2 sta stretto alla squadra di Garcia, che ha molte attenuanti, a partire dalla migliore condizione fisica del Manchester, che comincia il campionato due settimane prima dei giallorossi. La Roma si presenta con un centrocampo nuovo di zecca, formato da Uçan, Paredes e Keita, e in totale mostra ben 5 dei nuovi acquisti dal primo minuto. Il segnale più importante arriva prima del fischio d’inizio: Benatia capitano. Totti e De Rossi in panchina, Garcia gli ha affidato la fascia, nonostante le turbolenze dell’ultimo periodo.
La prestazione magistrale fatta contro il Liverpool non si ripete allo Sports Authority Field di Denver, dove la difesa mostra qualche incertezza di troppo. Senza Castan (che lo raggiunge nella ripresa), il marocchino si ritrova tra il 18enne Calabresi e il 19enne Romagnoli, che comunque si dimostra un utile jolly. Lo United riesce a passare tre volte nel giro di 10 minuti nel finale di primo tempo. Al 36’ Rooney porta avanti i Reds, che fino a quel momento avevano un po’ dormito: destro sul palo lontano, il tuffo di Skorupski è solo coreografico. Sul primo errore della difesa romanista ci mette una pezza il portiere, ma il secondo è fatale: al 39’ Rooney innesca Mata che supera Romagnoli e con un pallonetto fa tornare i fantasmi del 7-1. Al 45’ arriva il 3-0: Emanuelson sfiora Welbeck in area, per l’arbitro è rigore e Rooney dal dischetto firma il tris. Passivo pesante soprattutto per quanto fatto dalla Roma in avvio: dopo poco più di un minuto, Uçan s’inventa una palla geniale che Destro aggancia e prova a spingere in rete col pallonetto, il portiere esce, la palla pure (di pochissimo). Il turco serve poi Florenzi, che calcia alto e spreca la seconda occasione della partita. Iturbe è ancora imballato, parte a destra, mostra un mezzo dribbling e nient’altro: Garcia lo cambia all’intervallo. Da registrare il «water break» di due minuti a metà di ogni tempo, per le temperature infernali che hanno fatto arrabbiare Van Gaal e Garcia. Nella ripresa la Roma torna a funzionare: prima Destro colpisce l’esterno della rete, poi Florenzi con una girata sfiora il gol. Ci pensa Pjanic a farlo con un pallonetto da aldilà della metà campo. Un vero capolavoro. L’allenamento con l’ovale da rugby l’ha ispirato. La rovesciata di Castan sul palo avrebbe meritato miglior sorte. L’arbitro dà rigore (generoso) per un tocco di mano in area e Totti dal dischetto fa 3-2. Sono i titolari a fare la differenza.
Martedì c’è il Real Madrid a Dallas, il 2 agosto a Philadelphia l’Inter. In caso di vittoria del girone, la Roma accederebbe alla finalissima del 4 a Miami: in palio 1 milione di dollari per chi trionfa e la metà per la seconda classificata. Altrimenti, passaggio per Boston e ritorno nella Capitale il 6. La presentazione ai tifosi è fissata per il 19 all’Olimpico: alle 20.45 la Roma sfiderà il Fenerbahce da cui ha preso Uçan, che ha già iniziato a stupire.