(E. Menghi) – C’è chi il talento lo fa fruttare e chi lo spreca. Sabatini lo ha visto in Nemanja Radonjic e gli ha dato una possibilità, ma il diciottenne serbo l’ha buttata all’aria per colpa di un animo un po’ troppo ribelle ed è stato rispedito a casa, senza contratto. L’ala sinistra classe ’96 era sbarcata a Roma a gennaio per un periodo di prova che è durato cinque-sei mesi, nei quali non si è mai allenato con la prima squadra e non ha neppure giocato con la Primavera. Fatta eccezione del Torneo di Viareggio, dove è possibile schierare anche giocatori in prova e non tesserati. Ha raccolto tre presenze e segnato anche un gol, poi è sparito. Perché? Non sa rispettare le regole e a Trigoria non transigono sull’educazione, soprattutto quando si tratta di giovani promesse da mettere sulla strada giusta.
La sua di strada l’ha portato di nuovo in Serbia, dove non si stancano di ripetere quanto sia bravo col pallone, nonostante sia una testa calda. Sul portale mozzartsport.com si parla di lui così: «Il nome Radonjic ultimamente è collegato con scandali e comportamenti problematici. Ecco perché sorprende la sua apparizione sull’elenco del selettore Veljko Paunovic per il Campionato Europeo Under 19 in Ungheria». Dragan Djuric, presidente del Partizan Belgrado, squadra in cui militava prima di arrivare nella capitale, non usa parole dolci per descriverlo: «Ѐ un talento straordinario, ma è venuto a invadere i nostri pullman. Mi dispiace dire questo, ma ha un problema nella testa e il suo comportamento interferisce con il funzionamento della nostra accademia».
All’inizio della stagione scorsa si allenava con la prima squadra del Partizan, poi gli è stato proposto il contratto da professionista, quello che sognano tutti i giovani, ma Radonjic lo ha rifiutato perché è da sempre un tifoso degli storici rivali della Stella Rossa ed è stato rimandato nelle giovanili.
La Roma poteva essere un trampolino di lancio per la sua carriera, ma ha deluso le aspettative e, dopo aver trascorso lunghi mesi nel dormitorio del Bernardini e un po’ a casa di Ljajic, che ha provato a farlo ambientare, oltre a fare da mediatore in quanto connazionale, è stato rispedito a casa con un pugno di mosche in mano.
Nemanja era arrivato insieme alla truppa di giovani formata dai vari Paredes, Sanabria, Berisha, Vestenicky e gli altri, ma è tornato indietro e non sarà mai un giocatore della Roma. La Federcalcio serba non si arrende e crede ancora in lui: «Stiamo mettendo in discussione un giocatore di grande talento», ha sottolineato Paunovic. Il potenziale non era sfuggito a Sabatini, ma il «pifferaio magico» ha deciso di perdere un giovane promettente, perché il talento per esplodere ha bisogno di una testa ben fatta.