(La Repubblica) – «L’unico indagato per l’omicidio di Ciro Esposito rimane De Santis». La precisazione arriva dal procuratore Giuseppe Pignatone che ha smentito le notizie relative ad altri indagati per la morte del giovane tifoso del Napoli. Alcuni ultrà giallorossi sono stati invece identificati e oggetto di una serie di perquisizioni. La loro posizione è ora al vaglio dei magistrati che decideranno se procedere all’iscrizione.
Potrebbe essere dunque vicina ad una svolta l’inchiesta sugli scontri, culminati con il ferimento e la morte dopo 52 giorni di agonia di Ciro Esposito, avvenuti poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina- Napoli del 3 maggio scorso. A perquisire le abitazioni di quattro ultras giallorossi è stata Digos. Presto per dire se si tratti dei complici di Daniele De Santis, soprannominato “Gastone”, l’uomo che fece fuoco su tre tifosi azzurri che gli si erano avventati contro dopo averlo notato tirare petardi ed altri oggetti contro un pullman di tifosi. In ambienti della procura c’è grande riserbo sulle perquisizioni e, soprattutto, sull’ipotesi che i destinatari delle ispezioni possano essere le persone con casco in testa fuggite al primo accenno di reazione di quei napoletani che, a distanza, avevano notato l’assalto al pullman.
A parlare di presunti complici di “Gastone” sono stati diversi testimoni. Lo stesso Esposito, in un momento di lucidità, dal letto del Policlinico Gemelli di Roma, aveva confidato a parenti ed amici di aver riconosciuto in De Santis il giovane che gli aveva sparato e che questi, quando lanciò oggetti contro il bus era in compagnia di altre persone con il casco. In attesa di dare un nome ai complici di Gastone, pm e Digos attendono ora anche i risultati della perizia disposta sulla pistola e su una serie di reperti che arriveranno tra circa due mesi.