(F. Bocca) – Folgorato dalla luce divina di Galliani & Lotito e investito ai signori della serie A come prossimo monarca feudale, Carlo Tavecchio ha gesticolato dal primo pulpito che capitava il progetto del nuovo caldo italiano. Più italiani, più campioni e meno “vu cumprà’. Che non è razzismo, ma come dice lui parlare chiaro. Preso dalla parte ha cominciato a descrivere a braccia larghe un calcio a strati, fatto di assemblee, segreterie, direzioni orizzontali, delegati, cabine di regia ( “tra gli orizzontali e il segretario generale” ), presidenze, che invece di pallone sembrava un comizio di Peppone alla Casa del Popolo. E consapevole del compito di grande riformatore il prossimo monarca ha fatto la voce fina fina e si è commosso quando ha detto che la “federazione è madre”. E dunque la mamma ha bisogno di rispetto e dignità, altrimenti si sa che le voci poi corrono e le famiglie vanno a rotoli.
Agitando le mani ispirato ha descritto, come tutti i suoi predecessori,un calcio finto che non vedremo mai, in cui gli stranieri che vi mettono piede non sono emerite schiappe comprate per portare i soldi all’estero ma campioni sopraffini; serie A, B e C torneranno dei campionati veri e non un’accozzaglia di partite noiose e se non addirittura comprate; i giovani talenti sostituiranno vecchi spompati che si sbattono per centomila euro in più; gli stadi non avranno più barriere così gli ultrà si massacreranno con una certa comodità; il ct sarà il primo capo della cantera, lui dice “filiera”. Pur non volendo fare la figura del Re Travicellosa bene che se davvero diventasse il nuovo n.1 del calcio, non potrà mai firmare un solo pezzo di carta che disturbi le congreghe che ora lo portano sul trono di Roma.
Però un po’ di scena va fatta. Tavecchio – “sono notoriamente monocratico” – è sagace, uomo del fare, un vecchio DC con le maniche rimboccate. Con lui il calcio sarà limpido e avrà idee chiare. E anche se un po’ razzista, pazienza. In Inghilterra giocano gli extracomunitari col“pedigree”, “mentre in Italia Opti Pobà mangiava le banane adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”. Per fortuna c’è ancora gente come lui.