(M. Zorzo) – Nel calcio giocato è (ri)scoccato l’anno zero, dopo il fallimento italiano in Brasile e i dati diramati dall’Osservatorio del Viminale fanno venire i brividi. Il 2014 è l’anno della retrocessione: l’Italia è tornata all’emergenza di sette anni fa, alla morte dell’ispettore Raciti. Una stagione per i violenti: reclutati 4.000 ultrà, in aumento del 37% (!) gli incontri con feriti nelle serie professionistiche. In controtendenza la Lega Pro: -53%. In serie A si registra un aumento del 35% di feriti tra i tifosi e dell’80% tra le forze dell’ordine rispetto 12 mesi fa. Con un 20% in più di denunciati e il 10% in più di arrestati. E ora anche gli ultrà fanno i conti con la loro crisi interna. Esistono tanti capi, troppi e, proprio per questo, incontrollabili. Tanto che un vecchio capo-ultrà della Curva B del San Paolo di Napoli avverte: «Prepariamoci a una resa dei conti sulla vicenda Ciro». E gli stadi? Vecchi di 50 e passa anni. Le situazioni più gravi riguardano le strutture sportive di Bergamo, Napoli, Palermo, Cagliari, Bologna, Bari e Pisa. L’Italia tocca quasi il fondo in questa classifica, vicina ai Paesi dell’Est.