(M.Pinci) – Appuntamento alle 9.30 di martedì. La Roma ricomincia con l’obiettivo, dichiarato o quasi, di migliorare il proprio piazzamento: come recitano i manifesti della campagna abbonamenti che da mesi invadono la città, la caccia è aperta, quella alla Juventus. Al raduno, però, saranno poche le novità: l’ex milanista Urby Emanuelson, l’ex Chelsea Ashley Cole, l’ex Valencia Seydou Keita, che ha aperto la settimana delle presentazioni a Trigoria (martedì il terzino inglese, mercoledì l’esterno olandese), con le sue prime parole da romanista. Intanto la squadra troverà campi rinnovati, rizollati e soprattutto ripensati: anche nelle dimensioni.
TRIGORIA COME L’OLIMPICO PER GESTIRE IL FATTORE CAMPO – Un campo come l’Olimpico. Lo ha chiesto Garcia, anzi lo ha imposto: il tecnico francese ha chiesto (e ottenuto) di riformare le dimensioni di uno dei prati su cui la squadra svolgerà la preparazione. Non solo per questioni tecniche: lo scorso anno i campi hanno ceduto frequentemente agli agenti atmosferici, costringendo spesso l’allenatore a annullare intere sedute, soprattutto quelle tattiche. Ma Garcia pretende anche una lunghezza analoga a quella dell’Olimpico per abituare la squadra a gestire le distanze in casa e far fruttare ancora di più il fattore campo nelle gare interne, soprattutto in Europa.
KEITA SI PRESENTA – Lo scetticismo per la carta d’identità e per la scelta fatta 12 mesi fa di traslocare in Cina, ai margini del calcio che conta, non lo spaventa: “Sono un agonista e voglio ancora vincere, farlo qui sarà fantastico”. Così si presenta Seydou Keita, il primo dei 3 parametri zero arrivati a Trigoria: “La Roma – dice – è ed è sempre stato un grande club. Viene da un’ottima stagione, ha lottato fino all’ultimo con la Juventus. Io vengo in un club così grande con una missione: fare in modo che resti in alto e essere all’altezza. Io riserva? Quando un calciatore cambia club lo fa per giocare ed aiutare la squadra, impossibile trovare un calciatore che non voglia farlo. Ho 34 anni ma fisicamente me ne sento di meno, e il ginocchio sta guarendo. I calciatori sono degli agonisti: usciamo di casa per vincere qualcosa, è una questione di testa. Voglio assolutamente vincere e sarà bellissimo farlo a fine stagione”. Spazio anche per qualche divagazione sul tema stadio del Ceo Zanzi, dopo le polemiche di Legambiente: ” Siamo fiduciosi – rassicura il dirigente americano – questo è un processo lungo. Abbiamo una buona relazione col comune e siamo fiduciosi. Se sarà di proprietà della Roma? Risposta semplice: la Roma e lo stadio saranno controllate dallo stesso gruppo”. Detto così, sembra quasi un “no”.