Dopo l’episodio che lo ha coinvolto nello scontro con Pepe ieri notte a Dallas, Seydou Keita spiega la vicenda. Il centrocampista maliano racconta che quanto accaduto nella partita tra Roma e Real Madrid è soltanto l’ultimo capitolo di una serie di scintille che vanno avanti dai tempi in cui indossava la maglia del Barcellona. Questa sera Keyta si è sfogato ai microfoni di ‘RFI’. Ecco di seguito le sue dichiarazioni:
“Agli occhi di Pepe io non sono un essere umano. Mi chiamava ‘macaco’ ai tempi del Barça, mi ha sputato. Dissi a me stesso: ‘Quest’uomo non vale nulla’. Non ne parlai pubblicamente perché non aveva valore. Non volevo stringergli la mano in amichevole e l’ho detto prima anche a Mehdi Benatia. E’ arrivato alle mie spalle e mi ha sputato. Avevo una bottiglietta d’acqua e gliel’ho tirata, poi sono arrivati gli altri calciatori. I ‘blancos’ volevano colpirmi. E’ vero che ho dato una pessima immagine e chiedo scusa, ma è inaccettabile che un uomo possa sputarmi. Non sono un santo, ma rispetto le persone. Non voglio discutere con chi non mi considera un essere umano, lui ha un comportamento inaccettabile. Razzismo diffuso nel calcio? No, non dovremmo generalizzare. Sono africano e gioco in Europa da anni. Ho avuto a che fare con persone meravigliose. Si tratta di una minoranza”.
Fonte: Radio RFI