Ci sono tante buone ragioni per cui Alessandro Florenzi piace a tutti gli allenatori. La qualità assoluta, il temperamento indomabile, lo spirito di sacrificio. Doti che un tecnico arguto apprezza e valorizza. In più ha una grande duttilità tattica: a Florenzi puoi affidare qualunque compito, sapendo che ti ripagherà con una performance adeguata, a costo di uscire dalla partita con la lingua di fuori.
Negli Stati Uniti Rudi Garcia gli ha chiesto di esagerare. Nelle prime tre amichevoli, lo ha schierato in tre zone del campo completamente diverse. Contro il Liverpool ha giocato da interno sinistro (nel secondo tempo da esterno alto del 4-2-3-1), la posizione che occupava stabilmente con Zeman; contro il Manchester United è stato piazzato in attacco come laterale mancino, il ruolo in cui dai primi allenamenti di Riscone, un’estate fa, lo ha visto Garcia; contro il Real Madrid addirittura è passato a fare il terzino destro, per tamponare l’emergenza dei buchi lasciati dai nazionali Maicon e Torosidis.
Florenzi non ha fatto mai mancare il suo contributo. E nella posizione meno consueta, quella di terzino che aveva provato a Crotone in Serie B, ha sofferto la tenaglia composta da Gareth Bale e Luka Modric, come si poteva prevedere. Ma in pieno stile Maicon ha costruito l’assist vincente per Totti, nel secondo tempo, risultando in qualche modo decisivo.
Prima di questa tournée, Florenzi aveva chiesto e ottenuto un colloquio con l’allenatore per capire se avesse ancora bisogno di lui, se lo considerasse importante come nella stagione precedente. Garcia lo ha rassicurato, chiarendo che gli concederà lo spazio che merita tracampionato e Champions, che lo considera sullo stesso piano degli altri nelle rotazioni. A Florenzi è bastato per non chiedere di lasciare la Roma, una scelta che gli sarebbe costata moltissimo: per un tifoso nato a Vitinia, non lontano da Trigoria, prendere altre strade sarebbe stato doloroso. Anche se l’interessamento dell’Arsenal, spuntato di recente, lo ha reso orgoglioso. Soprattutto dopo la mancata vetrina del Mondiale, che era uno dei suoi obiettivi per la scorsa annata.
All’inizio della prossima stagione, il procuratore di Florenzi Alessandro Lucci si metterà al tavolo con Walter Sabatini per negoziare il rinnovo del contratto. In realtà più che di un rinnovo si tratterà di concepire un contratto ex novo, perché Florenzi attualmente è il giocatore della prima squadra che guadagna meno (giovanissimi esclusi): 600.000 euro più i premi, fino al 2016. Dopo il nuovo accordo, si troverà a prendere più del doppio bonus compresi, con scadenza fissata probabilmente al 2018. Non ci dovrebbero essere sorprese, a meno che dal mercato non spuntasse una proposta indecente. Per Florenzi e per la Roma.
Fonte: Corriere dello Sport