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CORRIERE DELLA SERA Anche De Rossi si sbilancia: “Scudetto, si può”

De Rossi
De Rossi

(G. Piacentini) – «Partiamo per dare fastidio alla Juventus che è la più forte. Quest’anno però per la prima volta dico che possiamo puntare allo scudetto, ma puntarci è diverso dal farlo sembrare facilissimo». Ricomincia la sfida a distanza tra la Roma e la Juventus, e il primo a lanciarla è Daniele De Rossi. «Speriamo – le parole del centrocampista a fine gara – che loro facciano meno punti rispetto allo scorso anno, poi ci sono altre squadre attrezzate per giocarsela».

È stata una bella Roma per almeno un’ora, poi il calo. «Nelle prime partite è normale che ci sia un po’ di flessione. La Fiorentina è una squadra propositiva, un po’ si rischia ma noi abbiamo uno dei portieri più forti in circolazione». Serata di festa anche per i quasi cinquantamila che ieri sera erano presenti allo stadio Olimpico. Bello l’abbraccio sotto la curva Sud a fine gara. «Era tanto tempo che non ci vedevamo con i nostri tifosi, era doveroso per noi andarli a salutare ».

Applausi anche per il presidente Pallotta e per Rodrigo Taddei. Il brasiliano ha assistito al match in curva, ricevendo cori da parte della Sud che hanno riservato uno striscione («C’è chi raccoglie la sfida e chi si vende per 30 denari. Avanti Roma… verso traguardi stellari») all’ex Benatia e che nel pomeriggio di ieri ha diramato un comunicato sull’uccisione di Ciro Esposito.

«La sua morte – si legge – è per noi una tragedia abnorme, che però, per come è avvenuta, esula dal mondo ultrà. È una vicenda disgraziata e dolorosa che ha distrutto la vita di due famiglie, portando alla morte assurda di un giovane e alla quasi sicura amputazione della gamba di un altro (Daniele De Santis, accusato di aver sparato a Ciro Esposito e poi picchiato dai tifosi napoletani, ndr). Si sono oltrepassate, di molto, le regole di ingaggio tipico dello scontro tra tifoserie». Nel lungo comunicato si afferma di «voler fissare un punto zero e ricominciare», di «ammettere le proprie responsabilità e impegnarsi in un nuovo corso, soprattutto per la crescita delle nuove generazioni che riempiranno le curve nei prossimi anni».

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