(L. Valdiserri) – Sarà una Roma sempre più americana quella che, secondo un’anticipazione del Messaggero, si appresta a rilevare le azioni ancora in mano a Unicredit, socio di minoranza? In attesa dell’ufficialità è certo che l’esperimento del presidente James Pallotta (foto) prende sempre più velocità. In settimana è entrato nel cda un nuovo socio, Stanley Phillip Gold, ceo della Shamrock Holding, forte investitore in Medio Oriente; gli ha fatto spazio Mark Pannes, il braccio destro di Pallotta, l’uomo che avvia tutti gli investimenti del «Capo» e che adesso è stato spostato sul progetto stadio; il colosso immobiliare Starwood Capital ha studiato un suo rafforzamento nella Roma.L’operazione Unicredit ha un valore stimato tra i 50 e i 60 milioni di euro (il 31% della Neep, la controllante di AsRoma) e garantirebbe alla banca di uscire da un investimento che è stato messo nel mirino da molti azionisti. Il controllo totale di Pallotta aprirebbe scenari importanti sul fronte dello stadio e dei futuri ricavi. Il ceo Italo Zanzi ha detto al sito Philly.com: «I tifosi, giustamente, vogliono vincere, ma per permetterci di avere più chance per farlo dobbiamo essere forti in ogni settore.
Non conta solo la vittoria la domenica, ma anche la salute del club. I tifosi stanno incominciando a capirlo». I pessimisti possono sentire l’eco di cessioni imminenti, nel nome del fair play finanziario, e i nomi sono sempre gli stessi: Benatia, Destro e Ljajic. Gli ottimisti ci colgono una spinta ancora maggiore per la battaglia – che vede Roma e Juve «strane» alleate — per rinnovare il calcio italiano e aumentare gli introiti anziché pensare solo a «tagliare». È la politica che vede Pallotta e Agnelli tra i noTav. Chi avrà ragione? Per chi pensa solo al pallone vecchia maniera, oggi la Roma affronterà i dilettanti austriaci dell’Eltendorf in amichevole (ore 17, in tv su Roma Channel).