(M.Sconcerti) – Rispetto al senso parrocchiale di Prandelli, Conte riporta in Nazionale il gran vento del machismo. Alla mia età fa un po’ sorridere, ma so da tempo che il calcio è soprattutto questo, estrema semplicità e una continua ricerca dell’epica. Così Conte dice adesso di voler trovare soprattutto uomini veri, attaccati alla maglia azzurra.
Sembrerebbe un programma minimo: perché dovrebbero esserci uomini falsi, non attaccati alla Nazionale? Poi si pensa subito a Balotelli, la chiave di ogni equivoco, colpevole ottimo anche per errori non suoi. Può darsi che Conte abbia pensato a lui mentre parlava, più probabile parlasse di se stesso in generale, della sua mancanza di confini, del suo bisogno insistente di onore, patria e sacrificio. Nella ricerca di grandi orizzonti ha detto alla lettera che sarà l’allenatore di tutto il popolo italiano. Forse ha esagerato, forse voleva dire semplicemente di tutti, ma anche su questo ho dei dubbi.
Conte ha una storia splendida e troppo esatta per poter essere promiscuo. Non sarà mai l’allenatore di tutti. Ma il suo essere profondamente juventino aumenterà l’aria di sfida di cui il suo cammino ha bisogno. O con me o contro di me. In fondo è quello che lui ama. Perché Conte è un monaco, ma da combattimento, un ospitaliere con una missione sempre dietro la porta. Si occuperà di tutto perché fare semplicemente il c.t. non gli esaurisce le energie. Romperà le scatole ai vari altri c.t. delle giovanili, rimescolerà le abitudini borghesi di Coverciano. Soprattutto darà alla sua Italia un carattere di eccezionalità. Una squadra quasi come una setta alla ricerca dell’impresa. Comunque vada sarà un successo. Conte garantirà sempre attenzione, non sempre amore, ma grande partecipazione. E lo farà comunque dall’alto di una competenza forte e dal saper gestire come pochi i cento minuti della partita.
Chi lo paghi francamente è un problema suo. I giocatori ormai non solo hanno gli sponsor ma fanno addirittura parte di fondi d’investimento. Perché dovrebbe interessarmi? Più curioso scoprire dove troverà i giocatori, quanto saprà farli crescere. Perché il problema non è Conte, lui esiste ed è certamente bravo. Sono i campioni che in Italia scarseggiano. Cercarne qualcuno in più sarà la vera difficoltà. In compenso avversari veri ne troverà pochi. Abbiamo davanti due anni di qualificazioni europee. Daranno il tempo per trovare squadra e gioco. E forse anche qualche uomo vero.