Antonio Conte è il nuovo allenatore della nazionale. Il più bravo e anche il più pagato (in Italia). Prende il posto di Cesare Prandelli e diventerà il coordinatore delle squadre giovanili, ruolo lasciato vacante da Arrigo Sacchi.
L’accordo definitivo è stato trovato all’ora di pranzo attraverso la seconda telefonata con Carlo Tavecchio (dopo quella di martedì).Pochi minuti per il sì, suggellato dal comunicato della Federcalcio arrivato all’ora di cena: «C.t. e presidente condividono sia il progetto di rilancio della nazionale sia quello della formazione dei nuovi calciatori azzurri attraverso i centri di formazione federale».
L’ex bianconero arriverà nella capitale domenica sera, al massimo lunedì mattina e martedì alle 11.30 sarà presentato all’Hotel Parco dei Principi. Ma già oggi, nonostante il Ferragosto, si metterà in contatto con Mauro Vladovich, il segretario generale, per confrontare il programma di lavoro in vista del raduno del 1° settembre (a Coverciano?) e del debutto, tre giorni dopo, a Bari contro l’Olanda.
Nelle prossime ore sarà definito anche il suo staff, lo stesso che aveva alla Juventus: Angelo Alessio (vice), Massimo Carrera (collaboratore tecnico), Paolo Bertelli (preparatore atletico). Della vecchia gestione resterà il professor Enrico Castellacci, responsabile medico sin dai tempi di Marcello Lippi. Nel gruppo entrerà, come team manager, un vecchio capitano azzurro: Fabio Cannavaro o Paolo Maldini, anche se Conte vorrebbe pure Giorgio Perinetti, d.s. abile nella gestione degli uomini.
Il nuovo allenatore guadagnerà intorno ai quattro milioni di euro netti a stagione, una cifra variabile, condizionata da speciali bonus legati ai risultati che dovrebbe raggiungere nella sua nuova vita azzurra. Conte ha detto sì a Tavecchio dopo che la Puma, main sponsor della nazionale, ha detto sì alla Federcalcio. Si tratta di un’operazione unica nel suo genere. Il nuovo tecnico firmerà due contratti. Uno con la Federazione, così articolato: un milione e 700 mila euro netti, la cifra che la precedente gestione federale investiva su Prandelli, più 300 mila per il lavoro di coordinatore. Ma per colmare la differenza e permettere a Conte di guadagnare quanto alla Juventus, in via Allegri si sono inventati un escamotage e hanno chiesto aiuto alle aziende che accompagnano gli azzurri nel loro viaggio. La Puma è già scesa in campo, investendo due milioni netti. Anche altri sponsor sono pronti a sostenere il piano federale e di tutto questo si è occupata Giulia Mancini, esperta di marketing, che ha rappresentato Conte nella trattativa parallela. Ma nel complesso accordo dell’allenatore sono previsti anche una serie di bonus. Il primo, da un milione di euro, è quasi una voce dello stipendio in quanto legato alla facile qualificazione alla fase finale dell’Europeo dove andranno 23 squadre (più la Francia padrona di casa) tra le 53 federazioni partecipanti. Gli altri due, da 500 mila euro ciascuno, Conte li intascherà se riuscirà a migliorare di cinque posizioni l’attuale ranking (ora siamo al 14esimo posto) e se centrerà la finale di Euro 2016.
Conte è il primo colpo della gestione Tavecchio. Il giorno delle dimissioni di Abete era stato drastico: «Non spenderò due milioni per l’allenatore». Invece ne investe quasi quattro, senza contare il sostegno dello sponsor che fa del neoazzurro l’allenatore più ricco d’Italia (se la gioca con Mazzarri) e tra i primi tre nella classifica dei c.t. Una cifra importante, che magari accenderà nuove polemiche, come era stato per Prandelli. Conte però ha le spalle larghe. Quanto a Tavecchio ha cambiato strategia dopo essere finito nell’occhio del ciclone per via delle infelici battute sui giocatori di colore e le banane. La sua prima scelta doveva essere forte, così come suggerito dal Coni. E così è stato.
Ma al di là dei discorsi economici, il primo uomo del Sud alla guida della nazionale è quanto di meglio potessimo aspettarci. Conte è già in fibrillazione e non vede l’ora di cominciare. Ripartirà dal gruppo storico della Juventus e chiederà a Pirlo di tornare in nazionale, rilancerà Ranocchia e valorizzerà Darmian e Verratti. In attacco, almeno all’inizio, la coppia potrebbe essere Rossi-Immobile, considerando che Balotelli (al pari di Marchisio) il 9 settembre a Oslo contro la Norvegia sarà squalificato.