(L. Valdiserri) – L’incontro tra il sindaco Ignazio Marino e la star degli architetti Daniel Libeskind è andato bene. Da qui a dire che lo stadio della Roma è cosa fatta ce ne corre. Ma l’approccio è stato positivo, le due ore di colloquio non sono state inutili. E Marino ha mostrato i Fori all’architetto, che ha gradito e ripetuto che ha sempre tenuto presente la realtà in cui si è trovato a lavorare. Marino ha raccontato a Radio Roma Capitale, dove era stato invitato da Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio, una parte del briefing: «Ho incontrato Daniel Libeskind, l’architetto che si sta occupando dello stadio e che, a New York, sta r icos t ruendo la zona di Ground Zero, quella distrutta dall’attacco terroristico dell’ 11 settembre. Sono stato molto chiaro, abbiamo avuto una lunga chiaccherata di due ore con lui e Parnasi. Ho detto con chiarezza che vogliamo essere certi dell’utilità dell’opera per tutta la città». Il nodo principale riguarda i trasporti. Il sindaco, per esempio, si è detto stupito dalla previsione, nel piano presentato dalla Roma, di una cifra tra i 15mila e i 18mila tifosi che dovrebbero recarsi allo stadio in moto o motorino. E se dovesse piovere? «Ho spiegato che vogliamo un trasporto su ferro, quindi con una metro su superficie. Vogliamo la certezza sulle volumetrie e che ci sia la fruibilità del parco, da costruire sull’ansa del Tevere, da parte di tutti i romani e non soltanto per chi va allo stadio. Ci rivedremo a breve e ci porteranno delle risposte puntuali sull’interesse pubblico. È un progetto che porta lavoro per un miliardo di euro, ma tutto deve essere fatto nell’interesse dei romani». Calcisticamente, è stato qualcosa di più di un pareggio e qualcosa di meno di una vittoria secca.
A Philadelphia, dove la Roma giocherà domani contro l’Inter (ore 19) per la Guinness Cup, è stato presentato davide astori, il difensore ex Cagliari, strappato alla Lazio nel giallo di mercato dell’estate: «Ho scelto la Roma appena ho saputo che mi cercava. Lotito dice che non sono Maradona? Ovvio, giochiamo in due ruoli diversi…», ha scherzato Astori. «Sono contento di vestire questa maglia dopo 6 anni di Cagliari e per questo ringrazio anche il mio ex club. Le sensazioni sono state subito positive: conoscevo una parte del gruppo sia per la nazionale sia per averci giocato insieme in passato. La Lazio? La questione è stata enfatizzata dai media: c’era una trattativa tra due società che non è andata in porto».