(A.Bocci) – E’ soltanto una questione di soldi. La trattativa tra la nuova Federcalcio guidata da Carlo Tavecchio e Antonio Conte è arrivata davanti a una montagna non semplice da scalare: l’aspetto economico. Sul progetto tecnico le parti sono d’accordo. L’allenatore avrebbe mano libera sulla scelta dello staff e il coordinamento delle nazionali giovanili, mentre il nuovo presidente assicura che, a differenza di quanto è successo in passato anche con Prandelli, la Lega di seria A non ostacolerebbe gli stage. Sintonia completa.
E sulla differenza economica, in partenza molto ampia, le parti lavorano senza sosta. La Federcalcio è convinta di aver trovato la soluzione che farà cadere le ultime resistenze dell’ex bianconero. «Sarà un contratto innovativo che dovrebbe rendere felici tutte le parti in causa», fanno sapere dal palazzo di via Allegri. Giulia Mancini, esperta di marketing, che segue anche la pattinatrice Carolina Kostner, sta tenendo le fila per conto del tecnico. In sostanza c’è un pool di sponsor, legati alla nazionale, che sta coltivando l’idea meravigliosa, cioè colmare la differenza economica esistente tra la proposta federale e le richieste di Conte.
La Figc, che ha paletti economici ben precisi, offre un milione e mezzo netto a stagione per due anni e può spingersi sino ad un milione e 700 mila euro.
La Puma, main sponsor azzurro, guiderà invece il gruppo di aziende che investiranno nell’affaire una cifra tra i due e i tre milioni di euro. Conte diventerebbe così l’uomo immagine Puma e pubblicizzerebbe i marchi già legati all’Italia e andrebbe a guadagnare intorno ai 4,5 milioni di euro a stagione. Un contratto ricco e moderno, ancora da perfezionare, ma che potrebbe far cadere le resistenze dell’oggetto dei desideri azzurri. Un’offerta articolata, in grado di cambiare il quadro della complessa trattativa.
Il momento è cruciale. Oggi Tavecchio, che ieri alle 14 ha lasciato Roma per rientrare a casa a Ponte Lambro, telefonerà per la seconda volta a Conte, sempre in barca davanti alla Croazia e spiegherà all’ex bianconero la sua proposta ultima e definitiva. E lui dovrà dare una risposta immediata: o si tira indietro, oppure sabato andrà a Roma per il vertice definitivo. Per una trattativa così complessa sarebbero serviti molti più giorni. Ma il tempo stringe e oggi bisognerà imboccare una strada. Entro lunedì, in cui è in programma il primo Consiglio federale del nuovo corso, Tavecchio dovrà avere l’allenatore della nazionale, quello che l’1 settembre radunerà i giocatori a Coverciano, il 4 siederà in panchina a Bari contro l’Olanda e il 9 guiderà la squadra a Oslo con la Norvegia nella prima partita delle qualificazioni europee. Alternative? Resistono, ma sempre sullo sfondo. Il piano B è Alberto Zaccheroni, anche se non sono da escludere colpi a sorpresa. Ma oggi tutti sono concentrati su Conte. Solo dopo aver risolto l’enigma della panchina azzurra, Tavecchio lavorerà sulla governance. Lotito, uomo forte dell’alleanza, non avrà una vicepresidenza (toccheranno a Beretta e Macalli), ma sarà a capo della commissione per le riforme e resterà nel comitato di presidenza. Insomma, il calcio italiano passerà da lui. Ma non è una grande novità. Un grande ex potrebbe fare il team manager della nazionale: Fabio Cannavaro o Paolo Maldini.