(A. Bocci) Il duello è cominciato il 2 giugno 2013, quando Massimiliano Allegri è stato confermato al Milan e la Roma, nel giro di dieci giorni, ha ufficializzato l’ingaggio di Rudi Garcia. Garcia, con quella faccia un po’ così e quei modi da ussaro, non sarebbe potuto entrare meglio e più velocemente sotto la pelle della Roma. Allegri, ripudiato dalla tifoseria romanista e poi anche da quella del Milan, ha pagato il gran rifiuto con mesi nerissimi, passati mentre Garcia furoreggiava e si esibiva in quella che in passato era stata anche una specialità del tecnico livornese: le schermaglie dialettiche con la Juve. Ora, con ritardo, le sciabole di Allegri e Garcia si incroceranno davvero, con Juve e Roma, battaglioni potenti, da guidare.
IMPRESE Garcia l’anno scorso è partito forte. «Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio». Allegri invece questa volta è dovuto entrare in punta di piedi, con i tifosi juventini stizziti per l’addio di Conte e la grana Pirlo («Si parleranno? Non si parleranno?») subito aperta. Però andare in punta di piedi non è il suo genere: aziendalista sì, invisibile no. Ieri Allegri è arrivato in sala stampa salutando tutti, con l’espressione un po’ spelacchiata dopo il lungo attacco di febbre, ma la battuta pronta e il sorriso marcato. Ha chiarito che la Juve deve passare il turno di Champions League e poi chissà, l’obiettivo è entrare fra le prime otto. Nemmeno Garcia ci è andato piano con la Champions League: il girone è difficilissimo, ma lui di certo non si tira indietro.
RIVALI Con quelle facce un po’ così, con l’abitudine di punzecchiare e rischiare sempre, Allegri e Garcia cominciano oggi il campionato a distanza. Allegri in trasferta contro il Chievo e tante assenze, Garcia in casa contro la bella Fiorentina. Allegri allarga la lotta a più squadre e Garcia fa lo stesso. «Spero che ci sia una corsa scudetto con più di due protagonisti, sarebbe bello per la gente. A patto che noi si finisca ancora in zona Champions». La Roma è più forte, dice Garcia. Allegri ribatte che i favoriti sono ancora i suoi, tanto per cominciare perché hanno lo scudetto sulla giubba. Venite a prenderlo, il tono è questo.
INSIDIE Garcia dovrà duellare con Allegri e intanto buttare stoccate qua e là, opera che con quel suo accento francese gli riesce anche bene. Ad accenti vince Garcia di sicuro, perché quello livornese non suona altrettanto chic, per il resto si vedrà. Garcia ha da combattere con pressioni più forti sulla Roma che è uscita allo scoperto, Allegri ha da prendersi cura anche dell’ombra di Conte, che ogni tanto compare come lo spettro di Banco a Macbeth. Allegri lo tiene a bada come può, ma oggi sul campo del Chievo con mezza squadra reduce dal febbrone rischia la ricaduta e deve tenersi forte. «Antonio ha lasciato in dote la cultura del lavoro, regole e disciplina. Io ho una filosofia diversa, non che una sia giusta e l’altra sbagliata, ma siamo due tecnici diversi. Ho avuto grandi allenatori che non alzavano mai la voce ma si facevano sentire eccome», ha detto Allegri. Curiosamente, Garcia somiglia in qualche modo al suo padre calcistico Galeone. Anche lui ha sempre avuto una faccia un po’ così.
INTRECCI I duellanti di Conrad si presero a botte, in punta di lama, per tutta la vita, ad Allegri e Garcia non basterà un campionato per decidere chi è il migliore. I due restano legati da quel fatto buffo, da quelle insistenze di Galliani con Berlusconi che posticiparono un divorzio di sei mesi. E ora sarebbe un esercizio di stile difficile e anche inutile cercare di stabilire che cosa sarebbe successo se le porte del Milan si fossero chiuse allora, se Allegri fosse andato alla Roma, se Garcia non fosse arrivato in Italia, se se se… Come in ogni romanzo che si rispetti, succede quello che deve succedere, e il romanzo del campionato riparte oggi con i nuovi duellanti già in guardia e con mezza serie A pronta a dimostrare che hanno ragione Allegri e Garcia a preoccuparsi di altri battaglioni, che poi in una lunga campagna le sorprese si sprecano, come le imboscate e i contrattacchi.
PARTENZE VELOCI «La Juve non ha perso nessuno e ha preso Evra e Morata, ma noi siamo più forti di un anno fa». «La Roma è la favorita insieme a noi, ci sono anche Inter, Napoli, Fiorentina, Milan. Juve e Roma possono fare una bella Champions, anche se il gap con le squadre estere c’è. Garcia è bravo, ha capito al volo il calcio italiano». Allegri sta provando a capire al volo la Juve, perché di solito le partenze non gli vengono bene e se va così anche stavolta gli toccherà rincorrere il duellante Garcia, se non per tutta la vita, almeno per tutto il campionato. Quindi, en garde, pret, allez. Senza nascondersi.