(C. Zucchelli) – Novantanove presenze tra campionato e coppa, 40 gol, uno ogni 151’ giocati da quando ha debuttato, nel 2010, al Genoa. Negli ultimi 4 anni Mattia Destro ha segnato più di un gol ogni due partite giocate. Una media importante, considerando che spesso non è partito dal primo minuto e ha dovuto fare i conti — anche — con parecchi mesi di inattività per via di un infortunio serio, e gestito male, al ginocchio. Basta questo a garantirgli la fiducia dell’ambiente Roma alla vigilia di quella che dovrebbe essere la stagione della consacrazione? No.
Perplessità Perché sono bastate le amichevoli statunitensi giocate sottotono e senza gol a metterlo sulla graticola. Un anno fa i dubbi, giustificati, erano legati alle sue condizioni fisiche. Oggi sono dovuti alla (presunta) mancanza di personalità, al (presunto) scarso feeling con Garcia, con cui ha segnato 13 reti in 23 presenze, e ad un matrimonio, quello non presunto ma già organizzato per settembre, che lo costringerebbe a rifiutare l’offerta del Wolfsburg. I gossip Non tanto tempo fa, De Rossi disse: «Roma è una grande città che, in un secondo, diventa un piccolo paese. Io il copione lo conosco bene». Sta imparando a farlo anche Destro: si passa da commenti tattici («aiuta poco la squadra »), a comportamentali («non ha il carisma di un leader») e si scade nel gossip più retorico: «La futura moglie lavora a Roma, ha comprato casa e non se ne vuole andare. Me lo ha detto un mio amico che conosce chi gli ha fatto i lavori per un armadio». Tipico: l’amico dell’amico ne sa più del suo entourage, che descrive Mattia come molto sereno, e della società, che continua a proteggerlo e ad escluderne la cessione. In realtà, per più di 25 milioni, potrebbe partire.
Questione di feeling Ma, si dividono i tifosi, vale la pena privarsi di un talento di 23 anni che magari, senza creste né tatuaggi, è meno personaggio di altri ma che, pur non essendo tra i primi al mondo, ha un feeling con la porta che, tra gli attaccanti italiani, quasi nessuno ha? Balotelli ha una media di un gol ogni 154’, Immobile uno ogni 149’, Rossi uno ogni 161’. «Mattia — ha detto Roberto Pruzzo — deve fare il salto di qualità. Io credo sia pronto per essere l’attaccante di un grande club, ma deve dimostrarlo». Dello stesso parere anche Balbo: «Ha tutti i mezzi per crescere e diventare un campione». Per farlo, non servono soltanto i gol: i romanisti vorrebbero un giocatore «capace di farci vincere le partite dove la squadra gioca male», l’attaccante «che mette paura agli avversari come faceva Batistuta». Il paragone, al momento, sembra quasi irriverente. A Destro il compito di renderlo, quantomeno, plausibile. «A patto che — le parole di un noto speaker ieri — gliene venga data la possibilità, perché è già partito il tiro al bersaglio».