(M. Cecchini) – E se avesse avuto ragione Renato Zero? E se le strofe della sua canzone «Spalle al muro» («Vecchio, diranno che sei vecchio, con tutta quella forza che c’è in te») fosse il «leitmotiv» delle mezze frasi che Morgan De Sanctis e Seydou Keita hanno dovuto ascoltare nel recente passato quando, invece di coniugare il calcio al passato, provavano a farlo al futuro?Eppure a dispetto dei 37 anni per il portiere e dei 34 per il centrocampista – ad Atene contro l’Aek hanno dimostrato che, se non ci fossero stati loro, probabilmente a finire spalle al muro sarebbe stata la Roma. D’altronde, nei momenti di (parziale) difficoltà che la Roma sta attraversando in questo momento, è l’esperienza che aiuta a superare le secche di una preparazione «in fieri» e l’amalgama di un gruppo che sembra aver parzialmente sciupato il vantaggio di poter lavorare su idee di calcio già note, senza l’apprendistato a cui magari squadre come Juventus e Milan dovranno ricorrere.
DE SANCTIS VOLA In quel primo quarto d’ora di sbandamento iniziale contro l’Aek, infatti, solo cinque ottimi interventi di De Sanctis hanno evitato alla squadra di Garcia di passare in svantaggio e quindi di potersi parzialmente riorganizzare. Perciò, dopo l’intervento al gomito effettuato a maggio, il portiere abruzzese ha dimostrato di aver ripreso in pieno la condizione, e ciò gli dà la certezza che quella che potrebbe essere la sua ultima stagione in Italia – se vorrà, ci sono gli Stati Uniti ad aspettarlo – può cominciare sabato prossimo nel modo migliore.
LA PRIMA DI KEITA Discorso analogo quello di Keita, che ad Atene ha preso le redini del centrocampo giallorosso orfano di De Rossi, impiegato come difensore centrale in una prova che, a Trigoria, ha convinto poco e che quindi difficilmente sabato – al netto di emergenze assolute – sarà ripetuta contro i viola. Il maliano prima ha sfruttato la sua esperienza per gestire il gioco, poi, in apertura di ripresa, ha approfittato di un’ottima punizione calciata da Florenzi per segnare il suo primo gol in giallorosso con un imperioso stacco di testa. E non si è fermato qui, visto che nel finale – quando l’Aek ha provato a premere l’acceleratore dopo aver accorciato le distanze su rigore – ha addirittura sfiorato la doppietta con una incursione in area avversaria, lamentando nell’occasione anche un possibile fallo da rigore. Insomma, una grinta insospettabile in una amichevole senza significato per un «vecchio» che pure in carriera ha vinto 16 trofei, molti dei quali in un Barcellona che ha fatto la storia. Come dire, in attesa che Iturbe, Uçan e Paredes costruiscano il futuro, gente come De Sanctis e Keita guarda loro le spalle. Insieme ad un altro anziano che non vuole mai perdere. Chi è? Lo conoscete: si chiama Francesco Totti…