(C.Zucchelli) – Una festa a metà. La seconda Roma di Garcia si presenta per la prima volta ai tifosi e l’atmosfera è di grande entusiasmo. Basti pensare che, Totti a parte, quello che prende più applausi è Davide Astori. Potenza del derby: l’ex Cagliari, strappato alla Lazio, riceve una vera e propria ovazione, al pari di calciatori nati e cresciuti a Roma come De Rossi e Florenzi. E, naturalmente, Rudi Garcia, il condottiero della Roma che però di motivi di entusiasmo, a fine partita, ne ha ben pochi: «Dobbiamo migliorare, soprattutto in difesa e sui calci piazzati ha ammesso il tecnico. Però abbiamo mostrato carattere e solo così potremo superare i momenti difficili».
Gioia Destro Nelle scorse settimane aveva chiesto ai suoi attaccanti di essere più efficaci: «E infatti sono contento che abbiano segnato Totti e Destro, i nostri bomber. Per Mattia, anzi, sono doppiamente felice». La Roma è sembrata indietro fisicamente: «Stamattina (ieri, ndr) abbiamo lavorato, in campionato arriveremo più freschi e guardiamo al futuro con fiducia», ha garantito Garcia.
Festa a metà Trentacinquemila gli spettatori, tutti impazienti di riabbracciare la squadra dopo oltre tre mesi e pronti, al momento della foto di gruppo, a chiarire gli obiettivi. Un anno fa, in riferimento al derby perso il 26 maggio (che ha lasciato scorie, visti i fischi ad Andreazzoli), i tifosi chiesero di «rimediare alla sconfitta », ieri invece la richiesta è stata più precisa: «Un secondo posto non placa la fame di vittoria, tutti insieme prendiamoci la gloria». Messaggio recapitato e infatti festa sì, ma solo a metà: nessun ospite d’onore, nessun discorso al popolo, solo la sfilata della squadra e dello staff, poi riscaldamento e partita. Iniziata male, con l’infortunio di Castan, proseguita peggio, con i tre gol del Fenerbahce, e finita con l’esultanza dei tifosi per il pareggio, come fosse gara vera.
Boato Benatia Non ha giocato, ma all’Olimpico c’era anche Mehdi Benatia. Il marocchino ha sfilato come i compagni, accolto da una standing ovation inaspettata, quantomeno nell’intensità. Anche qui, il messaggio dei tifosi è stato chiaro: lo vogliono in squadra, così come vogliono Destro e Ljajic, gli altri due indiziati alla cessione, accolti con applausi a non finire. Almeno prima della partita. Sempre in tema di messaggi chiari, prima dell’ingresso della squadra dalla curva Sud è partito il coro per il Vesuvio. Destinatari i napoletani ma anche, e soprattutto, le istituzioni del calcio.