(P. Archetti/ M. Cecchini) – Quando hanno visto che era l’ex laziale Kalle Riedle a officiare la quarta urna quella della Roma un brivido è corso lungo la schiena dei tifosi giallorossi. Vuoi vedere che? Proprio così. La squadra di Garcia è capitata nel girone di ferro con Bayern e Manchester City, anche se neppure il Cska lascia tranquilli. La Roma però non fa drammi.
Garcia: «Faremo l’exploit» «È un bel sorteggio, mi piace dice Garcia saremo degli outsider. Il Cska è tosto, inizia il campionato prima di noi. Tutti ci vedono già fuori ma cercheremo l’exploit. Solo il 20% delle squadre della quarta urna hanno superato il turno, faremo in modo di esserci». Più diplomatico capitan Totti, che dice: «Il nostro è un girone duro, si tratta di squadre fortissime ma allo stesso tempo sarà affascinante». Dopo l’iniziale delusione, comunque, anche altri giallorossi si sono uniti alla sfida. «Siamo in Champions per giocare partite così», afferma Gervinho. «È una grande sfida», dice Strootman», mentre Astori si concentra più sul campionato: «Se lo vinciamo, faccio di corsa andata e ritorno da Roma fino al santuario del Divino Amore».
Ambizione Pallotta Il più ambizioso di tutti però è Pallotta. «Purtroppo l’Italia ha solo due squadre in Champions, ma stiamo lavorando per costruire nuovi stadi e portare una nuova mentalità. Ma nemmeno Roma è stata costruita in un giorno. Il sorteggio non mi dispiace. Non credo che siamo stati sfortunati. In Champions bisogna giocare e battere i migliori, se non lo fai non meriti di andare avanti. Comunque è un girone durissimo anche per i nostri avversari. Possiamo passare il turno e, se battiamo loro, possiamo andare avanti. Se pensi di non vincere la Champions non devi giocarla. Basta vedere quello che ha fatto l’Atletico Madrid. Noi possiamo raggiungere tutti i risultati, arrivare ai massimi livelli. Molti resteranno sorpresi. Siamo davvero forti. Benatia? Tutti aspettiamo di affrontarlo. E’ un grande talento e sa quello che vuole, ma dobbiamo dimenticare il passato».
Benatia & Bayern Difficile dirlo ai tifosi della Roma, quando il marocchino ha postato un incauto tweet: «Tanta roba. Troppo felice. Che fortuna non ci credo!!! Che sorteggio ». Gli insulti sul suo profilo sono stati infiniti, prima dell’arrivo di un’altra nota: «Volevo proprio incontrare la Roma per ritrovare tutti i miei amici. Saranno due partite fantastiche ». Più univoco l’a.d. Rummenigge: «È il girone più duro, ma non abbiamo paura. Roma e Manchester City sono rivali molto forti, comunque le abbiamo incontrate in passato e abbiamo prevalso». Gli fa eco Thomas Müller: «La Roma in quarta fascia è un pericolo, è di calibro superiore, ma conosciamo il nostro valore». Purtroppo anche noi.
BAYERN MONACO
LA SQUADRA «Saldi di fine stagione». Beati loro che possono permetterseli: Rummenigge chiama così gli ultimi due acquisti del Bayern. In un paio di giorni, 32 milioni per Benatia e Xabi Alonso. Ma troppa era la paura di restare scoperti in alcuni ruoli chiave, nonostante una rosa sontuosa. Guardiola ha lanciato l’allarme dopo il k.o. di Javi Martinez e le incertezze sui rientri di Schweinsteiger e Thiago Alcantara. Venduto anche Kroos, Pep è costretto a far giocare Gaudino, 17 anni. Ha chiesto rinforzi ed è stato accontentato.
L’UOMO CHIAVE Ribery ha la schiena a pezzi, Lewandowski è nuovo e deve ambientarsi, Götze spesso fa panchina, Robben è imprevedibile. Fra le tante eccellenze, l’uomo chiave risulta sempre Müller, autore pure del 1° gol in Bundesliga.
LA SQUADRA Una parata di stelle alla quarta presenza di fila in Champions. Il Manchester City non può più essere considerato «il vicino rumoroso» – definizione di Ferguson ma è una delle grandi protagoniste del calcio europeo che cerca l’affermazione definitiva. Pellegrini ha due squadre di campioni a disposizione. In un contesto già di qualità, inseriti Fernando, Mangala, Sagna, Caballero e Lampard. Il meglio è dal centrocampo in su: Aguero, Jovetic, Dzeko e Negredo sono i bomber.
L’UOMO CHIAVE Facile, dopo i gol al Liverpool: l’uomo chiave è Jovetic. La recente storia del City ci costringe però a dire che la pedina fondamentale è Yaya Touré. È il motore del gioco, il leader riconosciuto, la star che macina chilometri e ha un grande senso del gol.
CSKA MOSCA
LA SQUADRA Negli ultimi due anni il Cska ha vinto due campionati, due supercoppe e una coppa di Russia. Male in Europa: nel 2012 clamorosa sconfitta casalinga con l’AIK Solna, la scorsa stagione in Champions la beffa con il Viktoria Plzen. Il mercato ha portato l’israeliano Natkho e Roman Eremenko, in una squadra che dipendeva troppo da Doumbia e Tosic. Nessun cambio invece per la difesa, per tre quinti identica a quella della nazionale: l’unica incognita è Akinfeev, dopo un Mondiale decisamente negativo.
L’UOMO CHIAVE Per sfondare in Europa, Slutsky attende la definitiva esplosione di Dzagoev, incappato in un lungo periodo di involuzione dal quale non riesce più a uscire, oltre a quelle dei giovani Vitinho e Bazelyuk.